Cara, vecchia auto: in Piemonte ha più di 12 anni
11:44 Sabato 05 Luglio 2025Biella guida la classifica per "anzianità", Torino è la più giovane. Troppe Euro 5 in circolazione. Italia a due velocità tra Nord e Sud, con le rottamazioni ferme e gli incentivi che non bastano. Il nuovo è un lusso, l'usato rincara. E intanto cresce il divario con l'Europa
Il parco auto piemontese continua a invecchiare e, con esso, crescono i problemi legati alla sicurezza, all’inquinamento e ai costi assicurativi. A dirlo sono i numeri: secondo un’analisi di Facile.it su dati Aci, l’età media delle vetture che circolano sulle strade della regione è arrivata, a maggio 2025, a 12 anni e un mese, con un balzo del 5,1% rispetto all’anno precedente. Un dato che allinea il Piemonte alla media nazionale, anch’essa attestata a 12 anni e 2 mesi, a testimonianza di un fenomeno che riguarda tutta la Penisola.
Biella la più anziana
La fotografia mostra un quadro preoccupante, soprattutto in alcune province dove le strade sembrano un museo a cielo aperto dell’automobile italiana. A detenere il primato delle auto più vecchie è Biella, dove l’età media del parco circolante sfiora i 13 anni e 7 mesi. Seguono Asti e Vercelli, appaiate a 13 anni e 1 mese, mentre ad Alessandria l’età si ferma a 12 anni e 10 mesi. Appena sotto si trovano Cuneo, con 12 anni e 7 mesi, il Verbano-Cusio-Ossola con 12 anni e 6 mesi e Novara con 12 anni e 5 mesi. A chiudere la classifica è Torino, che può vantare il parco veicoli “più giovane” della regione, pur sempre con una media di 11 anni e 10 mesi: un dato che, in un altro Paese europeo, sarebbe considerato comunque vetusto.
Troppe Euro 5
A rendere ancora più allarmante il quadro è il numero di veicoli diesel Euro 5 ancora in circolazione. Secondo le stime, in Piemonte sono oltre 235mila le auto di questa categoria che rischiano nei prossimi anni l’esclusione progressiva dalla circolazione a causa delle normative antismog. Numeri che prefigurano una potenziale emergenza sociale, fatta di blocchi alla mobilità e famiglie impossibilitate a rinnovare l’auto per ragioni economiche.
Le carrette del Sud
Il Piemonte però non è un’eccezione: l’invecchiamento del parco auto è un male che riguarda tutta l’Italia. Al Sud la situazione è ancor più grave: la Sicilia guida la classifica delle regioni con i veicoli più anziani, con un’età media di 14 anni, seguita da Basilicata con 13 anni e 11 mesi, Calabria e Sardegna con 13 anni e 8 mesi, Puglia e Molise con 13 anni e 6 mesi, e Abruzzo e Umbria con circa 13 anni. Nel Nord e Centro si registrano età medie leggermente inferiori, ma comunque preoccupanti: la Toscana si ferma a 11 anni e 1 mese, la Lombardia a 11 anni e 7 mesi, il Lazio a 11 anni e 8 mesi e l’Emilia-Romagna a 11 anni e 11 mesi. Il Veneto e il Trentino-Alto Adige si attestano a 12 anni e 6 mesi, mentre il Friuli-Venezia Giulia supera i 13 anni e 4 mesi, quasi quanto le regioni meridionali.
Questione di sicurezza
Un parco auto così vecchio non è solo un problema estetico. Lo è innanzitutto per la sicurezza: veicoli privi dei moderni sistemi di assistenza alla guida (i cosiddetti ADAS) sono coinvolti in incidenti più gravi e frequenti. Poi c’è il tema ambientale: auto così datate, spesso Euro 4 o Euro 5, contribuiscono in misura significativa alle emissioni inquinanti, in un Paese che fatica a rispettare gli standard europei. E c’è un costo che pesa direttamente sulle tasche degli automobilisti: le polizze Rc auto. A livello nazionale, un veicolo di 10 anni paga in media 359 euro, cifra che sale a 368 euro a 12 anni e arriva a 421 euro a 14 anni, con un incremento del 17% in appena quattro anni. Ecco perché chi guida un’auto “più giovane” a Torino risparmia almeno 60 euro l’anno rispetto a chi si muove a Biella con un’auto più anziana.
Non stupisce quindi che, nel tentativo di correre ai ripari, il 42,8% degli automobilisti abbia aggiunto la garanzia di assistenza stradale alla propria polizza, un dato in crescita rispetto al 39% registrato nell’ottobre del 2024. Del resto, con auto così vecchie, l’imprevisto è dietro l’angolo.
Questione di portafoglio
A rendere ancora più complesso lo scenario c’è la difficoltà per molte famiglie a sostituire l’auto. Il prezzo medio di un’auto nuova in Italia ha ormai superato i 30mila euro, con un incremento del 43% rispetto al 2019, mentre anche il mercato dell’usato registra aumenti consistenti: +8,3% in un anno, con un prezzo medio salito da 16mila a 22mila euro. Non sorprende che, nel 2024, le nuove immatricolazioni siano state appena 1,56 milioni, un dato ancora inferiore del 19% rispetto ai livelli pre-pandemia. E il mercato dell’elettrico, spesso indicato come la panacea di tutti i mali, arranca: le auto a batteria rappresentano appena il 4,2% delle nuove vendite, i modelli plug-in il 3,4%, per un totale che ci vede fanalino di coda in Europa dietro alla Spagna (11,4%) e al Regno Unito (28,2%).
Italia a due velocità
Il risultato è un’Italia che viaggia a due velocità: quella del Nord, dove il parco auto è un po’ più giovane ma comunque lontano dagli standard europei, e quella del Sud, dove l’anzianità dei veicoli riflette un disagio economico ormai strutturale. Il Piemonte, con i suoi 12 anni medi, si trova in una scomoda posizione intermedia: troppo vecchio per stare al passo con l’Europa, troppo ricco per nascondersi dietro le difficoltà economiche del Mezzogiorno.