Il Nord rischia di restare a secco: allarme (e strategia) di Iren tra sostenibilità e finanza innovativa
17:07 Venerdì 25 Luglio 2025L'emergenza idrica coinvolge la Pianura Padana, cuore della produzione agroalimentare italiana, che dovrà affrontare periodi di grave scarsità d'acqua. Dal Fabbro, attraverso un nuovo programma obbligazionario da 5 miliardi, punta a finanziare interventi mirati
L’Italia si trova oggi a fronteggiare un’emergenza idrica di portata senza precedenti, un fenomeno che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non colpirà più duramente il Sud, tradizionalmente più esposto a problemi di scarsità d’acqua, ma il Nord. È il quadro delineato con forza dal presidente esecutivo di Iren, Luca Dal Fabbro, nel discorso pronunciato in occasione del lancio del nuovo programma obbligazionario Emtn (Euro Medium Term Notes) da 5 miliardi di euro, recentemente approvato da Consob e ammesso alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) di Borsa Italiana.
Crisi idrica al Nord minaccia l’agroalimentare
Dal Fabbro ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’Italia è la seconda potenza agroalimentare d’Europa, subito dopo la Francia, e che la disponibilità di acqua è una risorsa fondamentale per produzioni di eccellenza come l’Amarone e il Parmigiano Reggiano, pilastri del nostro export alimentare. La Pianura Padana, cuore produttivo del Paese, si troverà nei prossimi dieci anni a fronteggiare eventi di siccità drammatici, con impatti gravi sulle filiere agricole e industriali.
“Dobbiamo intervenire con il recupero delle acque reflue — ha sottolineato — diversamente da quanto accade nel sistema francese, oggi buttiamo le acque utilizzate nei cicli produttivi. Queste acque possono invece essere recuperate per usi agricoli e industriali non potabili, ad esempio per la produzione di ortaggi”. Un monito che Dal Fabbro, anche nella sua veste di presidente di Utilitalia, l’associazione delle imprese pubbliche e private italiane che operano nei servizi di acqua, energia elettrica, ambiente e gas, ha voluto indirizzare con fermezza alle istituzioni, esortandole a una maggiore attenzione e a politiche più incisive sulla gestione dell’acqua, risorsa sempre più preziosa e limitata.
Finanziamento sostenibile
Il rilancio del programma obbligazionario Emtn, che incrementa la capacità massima da 4 a 5 miliardi di euro, rappresenta una mossa strategica per Iren. L’approvazione da parte di Consob e l’ammissione alla quotazione sul Mot, sorta di “borsa” dedicata esclusivamente alle obbligazioni, sono segnali concreti di un mercato italiano dei capitali che, dopo anni di emorragia verso mercati esteri, può tornare a svolgere un ruolo di primo piano nel finanziare le imprese italiane.
Per chiarire a chi non è esperto di finanza: il programma Emtn è un sistema che permette a un’azienda come Iren di emettere obbligazioni, cioè titoli di debito, in modo flessibile e continuativo, per raccogliere fondi dai risparmiatori o dagli investitori istituzionali. Questi titoli hanno generalmente una durata media (da pochi anni fino a una decina) e sono uno strumento molto usato per finanziare progetti a medio-lungo termine.
Dal Fabbro ha spiegato come questo strumento consentirà a Iren di raccogliere capitali in maniera più efficiente, alimentando gli investimenti previsti dal piano industriale, con una netta prevalenza di finanziamenti sostenibili che oggi costituiscono il 90% del debito totale del gruppo. Si tratta di bond green e di strumenti ibridi, in linea con gli obiettivi Esg (Environmental, Social and Governance) che caratterizzano la strategia aziendale.
“Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità per rendere le aziende più solide — ha osservato il presidente —. I nostri progetti mirano a migliorare la resilienza ambientale, rafforzare le reti idriche, efficientare il parco termoelettrico, puntare su fotovoltaico ed eolico. Sono investimenti che offrono un doppio rendimento: economico per gli azionisti e di solidità per l’azienda”.
Semplificazione normativa e rilancio industriale
Un altro elemento chiave sottolineato da Dal Fabbro riguarda il contesto normativo e burocratico: “C’è stato un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob, che ha reso più accessibile l’emissione di titoli obbligazionari da parte di imprese come la nostra. Un grande merito che favorisce il ritorno a fare industria nel nostro Paese”. Il presidente ha messo in guardia dalla “iper-finanziarizzazione” che ha caratterizzato l’economia italiana, ma ha ricordato come la rinascita industriale possa creare un circolo virtuoso in cui la finanza alimenta l’industria e questa a sua volta genera nuove risorse.
Il nucleare, orizzonte lontano
Chiudendo il discorso su un tema spesso oggetto di dibattito, Dal Fabbro ha espresso una posizione pragmatica e di lungo periodo sul nucleare: “È un orizzonte molto lungo, servono 10-15 anni per realizzare una centrale. Il consiglio è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile, studiando parallelamente tutte le migliori forme di energia sostenibile e sicura, senza escludere nessuna fonte”. In sintesi, il discorso del presidente di Iren offre un quadro articolato e realistico della situazione italiana, in cui la crisi idrica si intreccia con le sfide di una transizione energetica e industriale che deve essere sostenibile e resiliente. Il rafforzamento della finanza obbligazionaria in Italia, supportato da strumenti innovativi e semplificazioni normative, appare come una leva fondamentale per finanziare un futuro più verde e competitivo. Il rischio idrico, il rilancio industriale, la sostenibilità ambientale e il mercato dei capitali devono trovare una sintesi operativa che possa mettere l’Italia nella condizione di affrontare le emergenze di oggi e le sfide di domani.



