Avs prende il largo a Torino, Forza Italia e Lega ai minimi
Davide Depascale 07:00 Venerdì 12 Settembre 2025Il Pd resta saldamente il primo partito, ma Fratelli d'Italia continua a crescere. Torino Bellissima di Damilano è la seconda lista del centrodestra. Chi fa festa sono i rossoverdi, che superano l'8% e si avvicinano ai 5s: nel campo largo dovrà esserci spazio anche per loro
Avs sempre più in alto, Forza Italia e Lega ai minimi storici. Leggendo i dati relativi alle preferenze dei torinesi sui singoli partiti nel sondaggio di BiDiMedia in esclusiva per Lo Spiffero e confrontandoli con le elezioni del passato recente, emergono aspetti interessanti, capaci di fornire una chiave di lettura in vista delle elezioni del 2027. Con ogni probabilità si voterà lo stesso giorno (o comunque a distanza ravvicinata) per le Comunali e per le Politiche, ma le preferenze dei torinesi varieranno nelle due consultazioni.
Dem soli al comando
Il Partito democratico, che esprime il sindaco Stefano Lo Russo, si conferma di gran lunga il primo partito della città, staccando Fratelli d’Italia. Ci sono però delle differenze da rilevare: se le preferenze per i dem restano sostanzialmente inalterate tra Comunali e Politiche (rispettivamente 26,7 e 26,8%) perdendo due punti rispetto alle ultime comunali del 2021 (quando ottenne il 28,6), il partito della premier Giorgia Meloni guadagna più di tre punti sulla scena nazionale, passando dal 20,1 al 23,2%. In ogni caso guadagna dieci punti rispetto al 2021, quando si era fermato al 10,4%. A incidere su questo squilibrio c’è l’affermazione di Torino Bellissima, la lista civica nata nel 2021 per volontà dell’allora candidato sindaco Paolo Damilano e che oggi verrebbe votata dal 7,3% dei torinesi: un calo di quasi cinque punti rispetto alle scorse elezioni – quando risultò la prima forza politica del centrodestra con l’11,9% – ma che le permette di posizionarsi ancora davanti a Fi e Lega, che appaiono in caduta libera.

C’era una volta Forza Italia
È passato ormai quasi un quarto di secolo da quando nel 2001 Forza Italia esprimeva un candidato sindaco – Roberto Rosso – in grado di contendere la città al centrosinistra guidato da Sergio Chiamparino e superando il 32% nei voti di lista. Oggi che a tenere le redini c’è un altro Roberto Rosso, “Red Patacca”, gli azzurri non vanno oltre il 4,5%, scendendo ulteriormente rispetto al 5,3% del 2001. Fa un po’ meglio a livello di Politiche, arrivando al 7%. Stesso discorso per la Lega, che nel 2021 aveva sfiorato il 10% ma oggi non andrebbe oltre il 6,9%, pur facendo meglio che alle Politiche, dove il sondaggio la stima al 6,2%.
L’ascesa dei rossoverdi
Chi invece appare in forte crescita è Alleanza Verdi-Sinistra, che nel 2021 aveva corso divisa, tra la componente di Sinistra Italiana che aveva appoggiato Lo Russo con la lista Sinistra Ecologista (che oggi esprime l’assessore comunale Jacopo Rosatelli) ed Europa Verde che invece aveva sostenuto la candidata del Movimento 5 Stelle Valentina Sganga, posizionandosi così all’opposizione. Oggi uniti prenderebbero l’8,2%, avvicinandosi ai 5s, attestati al 9,1. In ottica Politiche il distacco si restringe ulteriormente, con Avs al 9,7% contro il 10% dei pentastellati. Dati che danno forza alle parole delle scorse settimane dei due leader nazionali Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che chiedono più spazio all’interno del campo largo, uscendo dal dualismo Pd-M5s. Bonelli aveva messo nel mirino proprio Torino, indicando nella consigliera regionale Alice Ravinale un nome spendibile per la corsa a Palazzo Civico.
A questo si aggiunge che Avs a Torino esprime anche il suo vicecapogruppo alla Camera, Marco Grimaldi, ed è una delle città in cui ottiene i risultati migliori a livello nazionale. Va tuttavia tenuto conto di alcune tensioni interne: il leader dell’ala verde Roberto Tricarico ha più volte rimarcato le differenze con la componente “rossa”, rea di aver avallato le scelte della giunta Lo Russo in materia ambientale. Ma se i rossoverdi cercano un posto al sole, potrebbe essere tranquillamente sotto la Mole, a patto di mettere in discussione apertamente la ricandidatura dell’attuale sindaco.


