Stop alle prenotazioni fittizie. Liste di attesa, caos Piemonte
Stefano Rizzi 07:00 Sabato 13 Settembre 2025La Regione ordina al Santa Croce e Carle e all'Asl Cuneo1 "l'adeguamento delle procedure alle regole vigenti". Le giustificazioni dei vertici e dei primari non sarebbero convincenti. Avviata l'indagine interna. I possibili effetti sui dati dei tempi di esami e visite
“Adeguare le procedure allo standard vigente”. La disposizione della direzione regionale della Sanità all’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle, così come all’Asl Cuneo1, non lascia spazio a interpretazioni: le prenotazioni fittizie vanno immediatamente sospese.
Il provvedimento assunto ieri al grattacielo impedisce che a fronte di richieste di esami, nel caso specifico quelli radiologici, i pazienti si vedano ancora rispondere con appuntamenti fissati poco dopo la mezzanotte con la spiegazione che si tratta di prenotazioni non reali alle quali sarebbe seguita una nuova data e un orario meno bizzarro.
Quella di ieri è una decisione che, di fatto, al momento non considera affatto sufficienti le spiegazioni fornite dai vertici dell’azienda ospedaliera, così come le motivazioni contenute nella lettera dei primari in cui si riconduceva la procedura alla necessità di verificare l’appropriatezza delle prescrizioni.
La rapidità del procedimento avviato dal vertice regionale della sanità conferma come la questione sia tutt’altro marginale e le conseguenze ancora tutte da verificare, a partire dagli effetti che quelle prenotazioni non reali potrebbero avere sui dati relativi alla riduzione delle liste d’attesa senza tralasciare i possibili riflessi sui pazienti stessi. “In molti casi di fronte all’attesa di essere ricontattati i pazienti si sono rivolti alla sanità privata, pagando le prestazioni”, ricorda Giulia Marro, la consigliera regionale di Avs che con la sua interrogazione rivolta all’assessore Federico Riboldi ha portato alla luce la vicenda.
Ci può essere un nesso tra quegli appuntamenti “finti”, ma che il sistema del Cup leggeva come reali, e l’equilibrio tra prestazioni fornite dal servizio sanitario col solo pagamento del ticket e quelle effettuate dal privato o in regime di intramoenia? È, questo, solo uno dei tanti interrogativi cui dovrà rispondere l’indagine avviata dalla direzione regionale in capo ad Antonino Sottile che ha già mosso i primi passi con una verifica sull’esistenza di altri casi simili sul territorio regionale.
Al momento non ne sarebbero emersi, ma quello dei controlli è un lavoro che riguarda una mole enorme di dati. Certo è che mentre la consigliera regionale di Avs continua a ricevere segnalazioni da Cuneo, non ne risulterebbero da altre province del Piemonte.
Peraltro la stessa spiegazione addotta dai dirigenti medici nella lettera a sostegno della prassi in uso all’azienda ospedaliera guidata da Livio Tranchida prima come direttore generale e poi da commissario dopo la sua nomina al vertice della Città della Salute di Torino, non ha visto prese di posizioni analoghe da parte di altri comici bianchi nel sistema sanitario piemontese.
Anzi, proprio la motivazione delle prenotazioni fittizie che ricondurrebbe alla verifica dell’appropriatezza delle prestazioni avrebbe destato una certa irritazione in chi rischia di venire considerato poco attento alla salute dei pazienti. E gli stessi pazienti è naturale che si chiedano perché quelle cautele si assumerebbero solo in un ospedale e non negli altri.
La disposizione partita ieri dal vertice regionale della sanità sembra far chiarezza anche su questo punto, vista la richiesta all’azienda ospedaliera e quella sanitaria di conferma di aver immediatamente attuato le modifiche della procedura con il ritorno all’applicazione della procedura nel rispetto dello standard vigente, ovvero della normativa nazionale e regionale.


