Visite a pagamento, conti in rosso. Molinette, costi maggiori degli incassi
Stefano Rizzi 07:00 Lunedì 13 Ottobre 2025La quota dell'attività in intramoenia destinata alla Città della Salute non coprirebbe le spese. Il disavanzo dai conti del 2024 in attesa della firma del direttore Tranchida. Sotto la lente le tariffe per la libera professione. Ancora da iniziare il lavoro dell'advisor
Altro che redditizia per le casse dell’azienda. L’intramoenia, nel 2024, è costata alla Città della Salute ben più di quanto avrebbe dovuto rendere. A dispetto delle ripetute affermazioni di più di un sindacato dei camici bianchi secondo cui visite, esami e altre prestazioni a pagamento rappresentano entrate cospicue per i conti della sanità pubblica, quelli della più grande azienda ospedaliera del Piemonte sono destinati a chiudersi con un segno negativo di fronte a questa voce.
Chi da giorni sta compulsando numeri e voci del bilancio 2024 atteso in Regione con la firma del direttore generale Livio Tranchida al massimo entro la fine del mese pare non ci abbia messo molto a scoprire, o meglio ad avere conferma a più di un dubbio, circa quel saldo negativo che andrà ad aggiungersi ad altri e ben più pesanti numeri in rosso con cui ci si appresta a chiudere il consuntivo dell’anno passato.
Incognita sulle cifre
A quanto ammonti il disavanzo tra l’incassato e lo speso per la libera professione esercitata dai medici dipendenti dell’azienda di corso Bramante ancora non è chiaro. La cifra, ancora da stabilire con esattezzza, si aggirerebbe attorno a qualche centinaia di migliaia di euro. Quasi nulla, si dirà, rispetto a un giro d'affari come quello della libera professione che ammonta a qualcosa come 35 milioni. Non è, quindi, la somma in assoluto quanto la mancata copertura dei costi sostenuti dall'azienda pubblica a rendere la questione tutt’altro che marginale. Questione che potrebbe aggiungersi in qualche modo a quella relativa agli anni precedenti finita nell’inchiesta della magistratura e ora in attesa del pronunciamento del gup sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura della Repubblica per numerosi ex direttori generali e dirigenti della Città della Salute.
Il passivo sulla libera professione, che è cosa diversa rispetto ai crediti vantati dall’azienda nei confronti della clinica Fornaca con cui resta da definire la questione, sarebbe da ricondurre probabilmente a una non sempre adeguata predisposizione e composizione delle tariffe pagate dai pazienti.
Composizione cui concorrono più voci a partire dall’onorario del professionista, l’eventuale quota per la struttura privata dove si svolgono le prestazioni e i costi sostenuti dalla sanità pubblica ovvero l’azienda ospedaliera universitaria.
Tariffe da rivedere
Se, fatti i conti, le spese di quest’ultima superano gli introiti qualche cosa che non ha funzionato dev’esserci. Pur senza arrivare alla fin troppo ottimistica narrazione propalata a difesa dell’intramoenia in base alla quale le aziende sanitarie trarrebbero grandi guadagni, sarebbe sufficiente pareggiare i conti cosa che a quanto risulta non sarebbe affatto riuscita nel corso del 2024 con costi della libera professione che non si può escludere siano stati coperti con risorse destinate all’attività istituzionale e non a quella in libera professione.
Una revisione delle tariffe, in particolare per quel che riguarda le prestazioni di anatomia patologica e le analisi di laboratorio, era stata incominciata dall’ex commissario Thomas Schael nel suo breve periodo alla guida della Città della Salute e quasi certamente dovrà proseguire con la direzione di Tranchida per evitare che il disavanzo riscontrato nei conti del 2024 si ripeta anche in quelli dell’anno in corso.
La legge, infatti, non consente un saldo negativo per l’attività in regime di intramoenia, giacché in questo caso per coprire il disavanzo non resterebbe che dirottare fondi privandoli all’attività pubblica, operazione che porrebbe al di fuori della legge con la prospettiva inevitabile di un’interruzione della libera professione.
Count down verso il Mef
Tutto questo mentre ormai è partito il conto alla rovescia verso la consegna del bilancio 2024 agli uffici della sanità regionale che dovranno avere il tempo per ulteriori valutazioni prima di completare il consolidato 2024 da fornire al tavolo di verifica del Mef atteso al massimo nelle prime settimane di novembre.
Tempi stretti che, inevitabilmente, si riflettono anche sul lavoro dell’advisor che ancora pare non aver ricevuto alcuna documentazione da analizzare, mentre il vertice della Città della Salute avrebbe concluso la trattativa per ridimensionare il costo e di conseguenza il mandato rispetto al contratto siglato da Schael appena prima di essere stato licenziato dall’assessore Federico Riboldi e sostituito con Tranchida.
Ma anche di questi passaggi importanti, che attengono alla missione affidata a un pool di società specializzate, al momento non ci sono comunicazioni ufficiali alla direzione della sanità regionale, ultima tappa di un bilancio di cui ancora nessuno sa quanto sarà il rosso e quali eventuali osservazioni e riserve porrà Tranchida.


