Caso Cutrì, tra ingenuità e trasparenza mancata
Claudio Chiarle 15:59 Lunedì 27 Ottobre 2025Il segretario Fim-Cisl Torino si è auto assunto dopo la chiusura dell’azienda di cui era dipendente. Credo alla sua buona fede, ma un processo più chiaro avrebbe evitato polemiche. Probabilmente alimentate ad arte e da ambienti “domestici”
Rocco Cutrì, l’attuale segretario generale della Fim-Cisl di Torino, protagonista di un’auto assunzione nella stessa Fim che dirige, ha commesso alcune ingenuità che possono apparire scorrettezze etiche e morali, ma sono convinto della sua buona fede. La vicenda: a seguito della chiusura della Te Connectivity (ex Tyco) ad agosto 2025, ha sottoscritto un verbale di conciliazione con incentivo con cui chiudeva il rapporto di lavoro, essendo in distacco sindacale ai sensi della Legge 300.
Conosco Cutrì molto bene, è entrato in Fim-Cisl nel 2005 quando il compianto Claudio “Caio” Rizzetto, operatore della 2ª lega di via Breglio, mi disse che voleva presentarmi un lavoratore interessato a impegnarsi nel sindacato, con la Fim-Cisl. Da allora ha percorso un cammino sindacale che ho condiviso e sostenuto sino a diventare segretario generale della Fim di Torino nel 2023.Cosa poteva fare nella vicenda che lo vede coinvolto? Sicuramente gestire con più trasparenza e collegialità la vicenda, ma questo non è un reato, né una mancanza sul piano morale. Come ho detto, piuttosto un’ingenuità e una mancanza di confronto anche con chi aveva esperienze già fatte in simili frangenti e con ruoli apicali nel sindacato.
Sicuramente non poteva fare una falsa Legge 300 trovandosi un altro posto di lavoro, perché è previsto un periodo di anzianità effettiva in azienda prima di usufruire della Legge 300, ovvero del distacco sindacale. E questo sì sarebbe stato un reato attraverso una truffa all’Inps. Poteva restare disoccupato? Ma gli incarichi nella Fim possono essere assegnati solo a dipendenti della categoria dei metalmeccanici. Quindi sarebbe decaduto dall’incarico e da ogni incarico in Fim. Pertanto, dal punto di vista pratico e operativo, non c’erano soluzioni alternative se non l’assunzione nella sua stessa organizzazione sindacale: la Fim.
D’altra parte, in Cgil, coloro che in Fim-Cisl si chiamano “operatori” sono denominati “funzionari” perché assunti dall’organizzazione sindacale in un rapporto fiduciario.
Certo, nella Fim, in particolare quella torinese, non si è usi a questi metodi proprio per evitare fraintendimenti e incomprensioni, oltre a lasciare che le parti, la Fim e chi svolge il ruolo sindacale, abbiano la propria autonomia senza i condizionamenti di un rapporto di lavoro subordinato.
Ci voleva un percorso trasparente che forse andava fatto. Provo a suggerirlo. Occorreva coinvolgere il Consiglio Generale Territoriale, che è l’organismo con poteri decisionali a norma di Statuto, informandolo della situazione e dei passi che si intendeva compiere. A quello stesso organismo andava proposta una delibera da votare in cui si chiariva che il rapporto di lavoro con la Fim sarebbe stato limitato alla durata dell’incarico da segretario generale. Con questi due atti ci sarebbe stata trasparenza, condivisione e chiarezza; criticabile ma inattaccabile.
Concludo dicendo che, essendo circolata la segnalazione fatta da alcuni lavoratori che ha innescato la vicenda, mi pare che siano anche molto addentro alle dinamiche interne della Fim, sino a citare gli organismi statutari e il loro ruolo. Per esperienza so che questo avviene in situazioni “spintanee” più che spontanee e allora lascio quest’ultimo pensiero alla segreteria della Fim-Cisl di Torino, di cui ho stima: come in tutti gli omicidi, l’assassino o almeno il mandante è molto vicino alla vittima.


