FINANZA & POTERI

Crt, 35 anni e sentirli tutti. Poggi vuole voltare pagina

Per preparare il compleanno del 2026 la presidente vara due comitati e cerca di lasciare alle spalle della Fondazione le traversie dell'ultimo anno. Lo fa però alla torinese: bilancino alla mano, con i soliti noti e le appartenenze di rito, per non scontentare nessuno

Mentre le foglie di Palazzo Perrone ingialliscono come i verbali delle vecchie assemblee, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt) sceglie l’autunno per voltare definitivamente pagina con una iniziativa che sa di catarsi istituzionale. E se l’ombra delle recenti inchieste giudiziarie – dal clamoroso (e presunto) “patto occulto” che ha travolto i vecchi vertici fino alle dimissioni forzate dell’ex presidente Fabrizio Palenzona – si allontana piano piano, l’ente filantropico tra i più influenti del Piemonte annuncia la nascita di due nuovi organismi: il Comitato Promotore e il Comitato Scientifico.

Un passo in vista delle celebrazioni dei 35 anni di vita della Fondazione (che compirà l’anno prossimo, contando dal 1991, l’anno della sua nascita dal ceppo originario della banca), ma getta le basi per un dialogo più aperto con la comunità, gli stakeholder e il territorio. È come se, dopo un temporale che ha scosso le fondamenta, la Crt decidesse di piantare semi di accountability e innovazione sociale, trasformando le ferite in lezioni per il futuro.

Certo, non si può ignorare il trambusto che ha animato i corridoi di via XX Settembre nell’ultimo anno. Tutto inizia a marzo 2024, quando emerge il presunto “patto occulto”: un accordo segreto orchestrato dall’allora consigliere Corrado Bonadeo, ex fedelissimo di Palenzona, per spartirsi cariche e influenze all’interno del Consiglio di Indirizzo e di Amministrazione. L’ipotesi di reato? Interferenze illecite sull’assemblea e corruzione tra privati, con un Regio Decreto del 1942 citato come base legale per contestare manovre che avrebbero introdotto “interessi extra-sociali” nella governance della Fondazione. Un impianto accusatorio non troppo solido se, come gli spifferi che trapelano dal Palazzo di Giustizia, alla fine tutto potrebbe risolversi con archiviazione di gran parte delle accuse.

La magistratura, torinese e romana, aprì due filoni d’inchiesta: uno sul patto in sé, con 14 indagati; l’altro sulle dimissioni di Bonadeo, indotto – secondo le intercettazioni e le chat sequestrate dalla Guardia di Finanza – da pressioni dell'allora presidente Palenzona, che gli avrebbe promesso incarichi in Cassa di Risparmio di Asti e Cassa Depositi e Prestiti in cambio del passo indietro. Palenzona, navigato uomo di potere con un curriculum di incarichi e inciampi, quando nel luglio 2024 ricevette l’avviso di garanzia si mostrò stupito: “Ho denunciato io il patto all’Autorità di Vigilanza, e ogni atto è stato trasparente”. Fatto sta che le sue dimissioni, datate 22 aprile, innescarono una catena: il segretario generale Andrea Varese viene sfiduciato dal Cda, che lo accusa di aver trasmesso documenti al Ministero dell’Economia senza autorizzazione; seguito da uno “psicodramma” notturno con autonomine nei consigli delle partecipate.

Una situazione che induce il ministro Giancarlo Giorgetti a inviare ispettori del Mef, che scavano nei verbali e nelle mail, mentre sulla Fondazione – azionista chiave di Unicredit, Generali e Mundys – inizia a incombere lo spettro del commissariamento. A giugno, Anna Maria Poggi viene eletta presidente segnando l'alba di una reggenza più stabile.

E forse anche per tentare di restituire quella credibilità compromessa dagli scandali la Crt sceglie di non chiudersi a riccio, ma di aprirsi al mondo. Ed ecco l’annuncio odierno: la Fondazione dà vita al Comitato Promotore e al connesso Comitato Scientifico. I due nuovi organismi, in collaborazione con gli organi di governance, avranno il compito di favorire la promozione, lo studio e l’approfondimento degli aspetti storici, economico-finanziari, giuridici e di orientamento della Fondazione Crt. L’obiettivo è garantire la visibilità e la trasparenza nei confronti del vasto pubblico, della collettività e del territorio di riferimento, attraverso la realizzazione di eventi, convegni e manifestazioni di alto profilo scientifico e partecipativo, con apertura a livello regionale e internazionale.

“La nascita del comitato promotore e del comitato scientifico segna per la Fondazione Crt un momento di riflessione, ma anche di rinnovato slancio verso il futuro – afferma la presidente Poggi –. Due organismi di alto profilo, formati da esponenti del mondo accademico, economico, giuridico e istituzionale, che metteranno al servizio della Fondazione esperienza e visione per rafforzare la fiducia della comunità e costruire un dialogo sempre più aperto e partecipato con il territorio”.

A presiedere il comitato scientifico è stato chiamato il cuneese Giuseppe Tardivo, coordinatore della commissione interna su Università, istruzione e ricerca, che si rivelò decisivo nell’assicurare a Palenzona la vittoria nella contesa contro Giovanni Quaglia. Al docente di Economia e gestione delle imprese presso l’Università di Torino ed ex coordinatore della sede di Cuneo della Facoltà di Economia, spetterà il compito di predisporre un volume celebrativo dedicato ai 35 anni di vita della Fondazione Crt, che racconterà il percorso della Fondazione al servizio della comunità, evidenziandone il ruolo di motore di sviluppo e innovazione sociale nel tempo. Tardivo sarà affiancato da Paola Babos, Gian Paolo Barbetta, Paola Bianchi, Lodovica Braida, Ciro Cattuto, Deneb Teresa Cesana, Fabio Cigna, Giulia Cordero di Montezemolo, Manuela D’Onofrio, Elbano De Nuccio, Giuseppe Ghisolfi, Enrico Grosso, Lucia Leonessi, Arabella Mocciaro Li Destri, Laurence Navalesi, Marzia Dina Pontone, Salvatore Regalbuto, Claudia Sepertino, Sergio Soave. E l’ex segretario generale Crt Massimo Lapucci. Esperti in discipline che spaziano dall’economia alla storia, dal diritto alla sociologia: un “dream team” pronto a dissezionare il passato per gettare qualche sprazzo di luce sul domani.

Ancora più “blasonato” il Comitato Scientifico, di cui fanno parte nomi di peso: Poggi stessa, la segretaria generale della Fondazione Patrizia Polliotto, il presidente Acri e Cariplo Giovanni Azzone, Paola Garibotti, Cristina Giovando, Guido Giovando, Vladimiro Rambaldi. Un mix di competenze e di appartenenze accuratamente bilanciate.

In un colpo solo, questi organismi non solo faranno da apripista al traguardo dei 35 anni – un'eternità in termini filantropici, da quando la Crt nacque dalle ceneri della storica Cassa di Risparmio del 1827 per abbracciare la travagliata fase post-privatizzazione – ma rispondono implicitamente alle critiche di opacità emerse dalle inchieste. Trasparenza come parola d’ordine, eventi come ponti verso il pubblico: è un messaggio chiaro, che la Fondazione non si nasconde, ma si reinventa. Mentre si attendono novità dalle indagini, questo slancio potrebbe essere la chiave per ricostruire fiducia. Chissà, quel volume celebrativo – con le sue storie di innovazione sociale – diventerà il simbolo di una Crt risorta dalle proprie ceneri. Torino osserva, vincendo forse il suo tradizionale scetticismo.

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