Incubo Cuneo su Alessandria, nuovo ospedale nelle sabbie mobili
Stefano Rizzi 18:28 Mercoledì 29 Ottobre 2025Il rischio di un ricorso contro la decisione di rifiutare il partenariato, optando per l'Inali. Da marzo 2024 il protocollo d'intesa con il Comune attende la firma da Torino. Riboldi: "Opera pronta nel 2030". Ravetti (Pd): "Nessun tavolo tecnico è stato avviato"
Il terreno su cui dovrà sorgere devono ancora essere acquistati, le opere per metterlo in sicurezza rispetto al rischio di esondazioni sono tutte da progettare, così come da calcolare restano i costi. Nell’agenda stilata dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, il nuovo ospedale di Alessandria è dato per completato nel 2030, ma più di un interrogativo avvolge di legittimi dubbi la certezza di quel traguardo.
E poi c’è pure quell’eventualità, che oggi nessuno può dire quanto remota, di una replica in versione mandrogna della vicenda che sta tenendo sospesa la procedura per la realizzazione del futuro ospedale di Cuneo, ovvero il ricorso del gruppo che aveva proposto il partenariato e al quale la Regione ha preferito la soluzione che vede la costruzione dell’opera da parte dell’Inail.
Se sulla vicenda che vede il ricorso al Tar del Gruppo Dogliani contro la decisione della Regione, dopo l’udienza dell’altro giorno, è atteso il pronunciamento dei giudici amministrativi, ben più in giù lungo il corso del Tanaro un analogo ricorso da parte del gruppo di imprese che aveva presentato il progetto di partenariato è, appunto, un’eventualità mai evocata dalla Regione, ma che ad oggi nessuno può escludere.
La comunicazione ufficiale al Consorzio muratori e braccianti del rifiuto della loro proposta e della decisione della Regione di procedere con l’Inail è stata inviata dall’azienda ospedaliera universitaria diretta da Valter Alpe non più tardi di un mese e mezzo fa. Un tempo oggettivamente troppo breve per avere la garanzia di non trovarsi in una situazione per molti versi analoga a quella cuneese.
Nel frattempo, con la gara per la progettazione attesa ottimisticamente per i primi mesi dell’anno, è il rapporto tra la Regione e il Comune di Alessandria a mostrare qualche scricchiolio. In una nota il vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente del Partito Democratico, Domenico Ravetti, denuncia la mancata sottoscrizione da parte della giunta di Alberto Cirio di quel protocollo di intesa con Palazzo Rosso che risale al 27 marzo 2024 e da cui discenderebbero una serie di azioni indispensabili all’avvio dell’iter per la costruzione del nuovo ospedale.
“Senza quella firma non possono essere attivati tavoli tecnici di estrema importanza e in particolare quello sul rischio idrogeologico dell’area, quello sulla viabilità e non ultimo quello sul recupero rigenerazione dell’enorme complesso edilizio che ospita attualmente l’ospedale”, spiega Ravetti che condivide con Riboldi l’appartenenza alla stessa provincia.
“Bene ha fatto il sindaco Giorgio Abonante – sostiene Ravetti che del primo cittadino è compagno di partito – a richiamare la Regione a sottoscrivere il prima possibile gli impegni presi”. Impegni che, come spiega ancora il consigliere dem, “sono strettamente legati alla variante urbanistica necessaria alla costruzione del nuovo polo ospedaliero, ma che senza protocollo di intesa e avvio del tavoli il Comune non può adottare”.
Insomma, la storia travagliata scritta negli ultimi anni, tra annunci e ripensamenti sulla modalità di finanziare la grande opera sanitaria alessandrina, sembra tutt’altro che finita. Col sovrappiù di quella spada di Damocle, circa un possibile ricorso sul rifiuto del partenariato pubblico-privato, che nessuno può eliminare con certezza da uno scenario con molti contorni ancora da definire.


