ECONOMIA DOMESTICA

Dopo il Pnrr la grande incognita: l'allarme delle imprese edili

Ance Piemonte e Valle d'Aosta registra un lieve aumento del fatturato e una maggiore flessibilità nella gestione della manodopera, ma restano criticità pesanti: tempi di pagamento a 82 giorni, difficoltà nel reperire personale e timori sugli investimenti

Il settore delle costruzioni in Piemonte e Valle d’Aosta mostra segnali di stabilità, ma le imprese guardano con crescente preoccupazione al dopo Pnrr. È quanto emerge dall’ultima analisi congiunturale del Centro Studi di Ance per il semestre luglio–dicembre 2025, che descrive un comparto in equilibrio tra prudenza e incertezza.

I dati evidenziano un miglioramento del fatturato e un aumento del ricorso alla manodopera esterna, mentre l’occupazione rimane stabile. Si confermano sui livelli precedenti le intenzioni di investimento e il portafoglio ordini, ma permangono due criticità ormai strutturali: la difficoltà di reperire personale qualificato e i tempi di pagamento, che raggiungono una media di 82 giorni.

“La nostra analisi conferma un quadro di sostanziale tenuta – commenta Paola Malabaila, presidente di Ance Piemonte e Valle d’Aosta – con imprese che continuano a operare con prudenza ma anche con senso di prospettiva. Il fatturato è in miglioramento, sostenuto in prevalenza dai lavori collegati al Pnrr, il cui ciclo però si concluderà nel 2026”.

È proprio questa scadenza a preoccupare maggiormente gli operatori del settore. “La manovra che prevede tagli alle risorse per infrastrutture rischia di creare un vuoto di investimenti – avverte Malabaila –. Proprio ora è fondamentale saper guardare oltre il Pnrr, mettendo in campo nuove risorse e costruendo uno sviluppo basato sulla rigenerazione urbana, sulla manutenzione del territorio e su una pianificazione di lungo periodo che garantisca continuità agli investimenti”.

Sul fronte della riqualificazione edilizia, Ance ritiene che le proroghe delle detrazioni – al 50% per le prime case e al 36% per le seconde, previste nella legge di bilancio – non siano sufficienti a sostenere il settore e gli obiettivi di efficienza energetica.

Un altro segnale significativo arriva dall’incrementodel saldo sul ricorso alla manodopera esterna, che secondo Malabaila “evidenzia una maggiore flessibilità delle imprese nella gestione del personale, necessaria per far fronte alle difficoltà di reperimento di manodopera”.

Il quadro che emerge, dunque, è quello di un’edilizia regionale che resiste, ma sa che la vera sfida è imminente: garantire continuità agli investimenti e stabilità al mercato una volta esaurita la spinta del Pnrr.

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