FINANZA & POTERI

Intesa convince sui conti ma non la Borsa. Utili a 7,6 miliardi, redditività in calo

Chiude i primi nove mesi del 2025 superando le attese e conferma l'obiettivo di oltre 9 miliardi a fine anno, nonostante il calo del margine di interesse (-6,8%). Ricavi stabili a 20,4 miliardi grazie a commissioni (+5,1%) e assicurazioni. Agli azionisti 8,3 miliardi

Intesa Sanpaolo ha superato le previsioni degli analisti, terminando i primi nove mesi del 2025 con un profitto netto di 7,6 miliardi di euro. Questo rappresenta un aumento del 5,9% rispetto ai primi nove mesi del 2024. L'istituto bancario ribadisce l'obiettivo di chiudere l'intero anno con un utile netto superiore ai 9 miliardi di euro, grazie anche alle misure pianificate per l'ultimo trimestre dell'anno. Nonostante questi risultati positivi, in Borsa il valore delle azioni è sceso del 2,56%.

Anche se gli introiti derivanti dagli interessi sui prestiti sono diminuiti del 6,8% (arrivando a circa 11,1 miliardi di euro, contro i precedenti 11,9 miliardi), i ricavi totali sono rimasti pressoché invariati a 20,4 miliardi di euro. A compensare questa flessione hanno contribuito l'incremento delle commissioni incassate (+5,1%) e i guadagni dal settore assicurativo, che hanno raggiunto 1,4 miliardi di euro. In particolare, le commissioni legate a servizi di gestione del risparmio, intermediazione e consulenza finanziaria sono cresciute dell'8,6%, con un boom del 30,2% nelle vendite di titoli e prodotti di investimento.

Per quanto riguarda i benefici agli azionisti, nei primi nove mesi sono stati accantonati 5,3 miliardi di euro in dividendi, di cui 3,2 miliardi verranno distribuiti come anticipo a novembre. A questi si aggiunge un programma di riacquisto di azioni proprie da 2 miliardi di euro, completato a ottobre.

Controllo dei costi, efficienza operativa

Le spese totali per gestire l’attività bancaria ammontano a 7,956 miliardi di euro, in lieve calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Hanno contribuito a questa riduzione le minori uscite per il personale (-0,9%) e per le spese amministrative (-1,5%), anche se gli ammortamenti (cioè i costi per l'usura di beni e attrezzature) sono aumentati del 4,6%. Grazie a ciò, il margine operativo lordo – ovvero i guadagni prima di interessi, tasse e altre voci – è salito a 12,476 miliardi di euro (+0,2%). Il rapporto tra costi e ricavi, un indicatore chiave di efficienza, è migliorato passando dal 39,1% al 38,9%. Inoltre, gli accantonamenti per crediti a rischio o perdite sono rimasti limitati, a testimonianza di una qualità solida dei prestiti erogati.

Il capitale della banca è ben al di sopra degli standard richiesti dalle autorità di vigilanza. L’indicatore principale di solidità patrimoniale, noto come Cet1 ratio, si attesta al 13,9%: è cresciuto di circa 1,05 punti percentuali da inizio anno e di 0,4 punti solo nell'ultimo trimestre.

Economia reale, impegno sociale

Nel corso dei primi nove mesi, il gruppo ha rafforzato iniziative per l’inclusione sociale e il sostegno alla comunità, generando valore per clienti, dipendenti e società. Sono stati concessi circa 43 miliardi di euro in nuovi prestiti a medio e lungo termine a famiglie e aziende, con un aumento del 40% rispetto all'anno precedente. Inoltre, 2.050 imprese in difficoltà sono state riportate in salute finanziaria, salvando così circa 10.250 posti di lavoro. Dal 2014 a oggi, il totale delle aziende recuperate supera le 146.000, con un impatto complessivo sulla tutela di circa 730.000 impieghi.

Messina resta Carlo Magno

“I risultati ottenuti nei primi nove mesi del 2025 – ha commentato l’amministratore delegato Carlo Messina – confermano Intesa Sanpaolo come una delle banche più solide d’Europa e tra quelle che generano maggiore valore per i propri azionisti. A questo pilastro si affianca un ampio programma sociale mirato a ridurre le disuguaglianze e a aiutare chi è in maggiore difficoltà in Italia. In questo modo, contribuiamo a una società più inclusiva e, al tempo stesso, rafforziamo il tessuto economico del Paese”. Messina poi pronuncia parole al miele per gli investitori: “Quest’anno restituiremo agli azionisti circa 8,3 miliardi di euro, inclusi i 3,2 miliardi di dividendo intermedio in pagamento a novembre. Si tratta di una delle remunerazioni più generose tra le banche europee. Eventuali distribuzioni aggiuntive di capitale verranno definite a fine anno”.

I numeri del terzo trimestre

Tra luglio e settembre, gli interessi netti sono stati di 3,68 miliardi di euro: in calo del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le commissioni nette hanno raggiunto 2,444 miliardi di euro, stabili rispetto al secondo trimestre e in crescita del 5,9% sull'anno prima, trainate soprattutto da gestione del risparmio, intermediazione e consulenza.

I profitti dal ramo assicurativo ammontano a 450 milioni di euro: un po’ meno del trimestre precedente, ma più dei 408 milioni del terzo trimestre 2024. I guadagni netti da strumenti finanziari valutati al valore di mercato sono stati 81 milioni di euro, in diminuzione sia sul trimestre precedente sia sull'anno prima. I ricavi operativi netti totali del trimestre si attestano a 6,643 miliardi di euro, con un calo del 5,1% rispetto al secondo trimestre.

Le spese operative sono salite a 2,714 miliardi di euro: un lieve aumento sul trimestre precedente, ma una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2024. Il margine operativo lordo del trimestre è di 3,929 miliardi di euro, con un rapporto costi/ricavi al 40,9%. L’utile netto consolidato per il solo terzo trimestre è di 2,37 miliardi di euro: inferiore ai 2,6 miliardi del secondo trimestre, ma leggermente superiore ai 2,4 miliardi del terzo trimestre 2024.

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