POLITICA & SANITÀ

Città della Salute, proroghe e ritardi. Ancora senza firma il bilancio 2024

Due mesi dopo il suo insediamento il direttore Tranchida non ha sottoscritto il consuntivo. Si allungano i tempi anche pet il rinnovo della convenzione con le cliniche. In alto mare pure la questione dei presunti crediti verso una struttura privata

Un bilancio che ancora attende di essere firmato, convenzioni scadute con alcune cliniche che vanno avanti a suon di proroghe, risposte sui conti della libera professione che non arrivano neppure a fronte di domande poste in Consiglio regionale, un presunto credito milionario nei confronti di una struttura privata pure quello in attesa di una chiara definizione.

Il tempo alla Città della Salute di Torino sembra segnato da un orologio ben diverso da quello che fino a pochissimi mesi fa veniva motivatamente indicato dalla Regione e in particolare dall’assessore Federico Riboldi a ricordare scadenze imminenti, non poche delle quali ormai oltrepassate.

Il tavolo del Mef

Il caso più eclatante, pure se gli altri non sono potenzialmente meno gravi e forieri di possibili conseguenze, è proprio quello del consuntivo 2024 senza il quale il Piemonte non può presentare al tavolo di verifica del Mef il consolidato per la sanità relativo allo scorso anno. 

Una questione, quella dei conti del precedente esercizio che era stata uno dei motivi di frizione prima e scontro poi con l’allora commissario Thomas Schael il quale aveva subordinato la sottoscrizione del documento contabile a un’analisi dei precedenti bilanci, finiti nell’inchiesta della magistratura con conseguenti richieste di rinvio a giudizio per molti ex direttori e dirigenti, nonché al lavoro di un advisor ingaggiato per quel motivo dal manager tedesco. 

"Il direttore più bravo" 

Giubilato quest’ultimo, in corso Bramante è arrivato da Cuneo dove mantiene la guida dell’azienda ospedaliera in qualità di commissario, Livio Tranchida. La sua firma al bilancio era data come questione di poche settimane. Sono passati due mesi. E quella scadenza che prima del suo insediamento veniva ribadita ogni giorno come impellente, ora sembra quasi una formalità. Ma tale non è e lo sanno bene alla direzione regionale della Sanità dove il bilancio, una volta sottoscritto da Tranchida, dovrà essere ulteriormente verificato prima di inserirlo del dossier per il ministero.

Nessuno, a parte chi aveva suonato le trombe annunciando l’arrivo del direttore generale “più bravo che abbiamo in Piemonte”, ha mai pensato che nella sanità piemontese e non solo fosse arrivato l’uomo della provvidenza, un Mister Wolf giunto dalla Granda con la medaglia del miglior ospedale d’Italia, meriti che come osserva più d’uno andrebbero condivisi con chi lo aveva preceduto. Insomma, anche un manager di riconosciute qualità si sarebbe dovuto misurare, come i fatti lo attestano, con problemi che forse prima i varcare la soglia di corso Bramante potevano apparire meno complessi.

Il credito misterioso 

Ora si misurano i tempi che scorrono tanto da vedere funzionari e manager al lavoro anche nei prossimi giorni di festa per evitare che sul bilancio accada quel che si paventava mesi fa con l’approssimarsi del tavolo ministeriale. Tutte cose note anche al momento del cambio al vertice delle Molinette, che non può per questo essere usato giustificazione dei tempi che si allungano. Non solo quelli per la firma del consuntivo. 

Forse Tranchida ha ecceduto in ottimismo quando, un mese fa, ha concesso la proroga di un mese alla clinica Fornaca e ad altre motivandola con la necessità di adeguare la nuova convenzione alla legge regionale da poco varata sulla libera professione. Oggi quella proroga scade e a quanto risulta ne è già pronta un’altra per due mesi. Sicuramente le motivazioni saranno più che solide, anche di fronte ai possibili chiarimenti che tali procedure spesso sollecitano negli organismi di controllo: proprio per evitare che, di proroga in proroga, si finisca per aggirare le norme previste dalla legge per queste convenzioni.

Il conto ai pazienti?

Peraltro ancora quando la Città della Salute era commissariata era stato effettuato il procedimento per la manifestazione di interesse, seguito da una proroga proprio per via del contenzioso con la struttura del Gruppo Humanitas. Anche in questo caso, dove balla più di un milione di euro che dovrebbe essere stato introitato dall’azienda ospedaliera nell’ambito della libera professione, si è in attesa di risposte certe. A partire da chi dovrà pagare nel caso in cui si stabilisca che non spetta alla clinica, con il non improbabile esito che condurrebbe a individuare nei debitori proprio i pazienti. Interrogativi pesanti, come le cifre in gioco, che al momento rimangono tali. 

La giunta non sa nulla

Insieme a quelli posti nei giorni scorsi dall’opposizione in consiglio regionale sull’entità del disavanzo relativo all’attività di intramoenia per la Città della Salute. A fronte dell’interrogazione del pentastellato Alberto Unia, la giunta per bocca dell’assessore Gian Luca Vignale ha dovuto ammettere di non conoscere quel dato poiché “la Città della Salute non ha ancora depositato il bilancio”.

Che, come tutti sanno, non può essere sfornato come una brioches per la colazione. Ma neppure tenere oltremodo a digiuno di cifre, dati, risposte e procedure fino a poco più di due mesi fa richieste dal vertice politico puntualmente come il caffè appena svegli. Magari sarà per via della fine dell’ora legale…

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