TRAVAGLI DEMOCRATICI

Opa di Schlein sui sindaci Pd:
Lo Russo sparring partner

Convention degli amministratori locali dem al Dumbo, in concomitanza all'assemblea dell'Anci. Una settimana prima del voto in Campania, Puglia e Veneto la segretaria prova a sottrarli dall'egemonia riformista (pensando al congresso)

Elly Schlein spera che non la vedano arrivare neanche stavolta. Così prova a prendere in controtempo tutti, sia quelli che vogliono dar vita a una corrente per sostenerla (e soprattutto condizionarla), che l’opposizione interna dell’ala riformista, ancora in cerca di una via per uscire dall’angolo e di una figura in grado di sfidare la leadership della segretaria. Mentre il congresso anticipato resta una tentazione sullo sfondo, tra due settimane nella “sua” Bologna cala l’asso per ricompattare il Partito democratico: l’assemblea dei sindaci e degli amministratori dem, quel “partito dei sindaci” che da sempre è stato serbatoio di consensi per il centrosinistra. A fare sponda con lei il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che ricopre il ruolo di coordinatore nazionale dei sindaci del Pd e si sta occupando dell’organizzazione dell’evento. Un’ottima occasione per rinsaldare il rapporto in vista delle elezioni del 2027, dove una conta di essere la candidata premier e l’altro di essere confermato a Palazzo Civico.

Prima l’Anci, poi il Pd

La data e il luogo scelti non sono affatto casuali: in quei giorni a Bologna si tiene l’assemblea annuale dell’Anci, da giovedì 12 a sabato 14 novembre, stesso giorno in cui si apre l’assemblea degli amministratori dem, in scena negli spazi di DumBo. Un ottimo modo per contenere le defezioni e compattare il partito una settimana prima del voto in Puglia, Campania e Veneto, che permetterà di fare un bilancio definitivo sulle regionali. Oltre ovviamente a Lo Russo, tra i primi cittadini piemontesi ci sarà anche Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese e tra le più papabili a correre alle prossime regionali come candidata presidente del campo largo. “Ci sarò solo ai tavoli di venerdì, poi dovrò tornare a Settimo per la Fiera dij Coj, da sindaca non posso mancare”, precisa. Non ci sarà quindi alla plenaria di sabato, ma ci tiene a lodare l’iniziativa: “Un’ottima occasione per confrontarci, che arriva nel momento più adatto, con il voto nelle regioni e la finanziaria alle porte”.

La legge di bilancio sarà infatti uno dei temi cardine dell’incontro, con al centro la crisi abitativa: “Noi amministratori lo diciamo da anni che servono risorse per gli alloggi popolari, la situazione è sempre più critica e spero lo capiscano anche al governo”. Schlein punta in questo modo ad attrarre una componente interna, quella dei sindaci e degli amministratori locali, ben nutrita e decisiva negli equilibri del partito, ma che afferisce in larga parte all’ala riformista e quindi più distante dalla sua proposta politica. Riunendoli attorno a sé tiene a bada eventuali spinte centrifughe, ancora sottotraccia ma che in caso di risultato deludente nelle tre regioni potrebbero riemergere con forza. Meglio giocare d’anticipo.

Riformisti nell’angolo

Al momento infatti dall’opposizione interna nessuno sembra avere la forza di sfidarla, ma qualcosa inizia a muoversi. Lo scorso weekend a Milano gli esponenti dell’ala riformista, capitanati da Giorgio Gori, Lorenzo Guerini e Pina Picierno, si sono riuniti per rivendicare uno spazio di autonomia rispetto alla linea della segretaria e quindi evitare di essere schiacciati a sinistra. Presenti anche esponenti del Pd piemontese: oltre all’ex sindaco di Torino Piero Fassino e alla già citata Elena Piastra, c’erano i consiglieri regionali Alberto Avetta e Monica Canalis (che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di rispettare l’autonomia dei territori, riportando in auge lo strumento delle primarie), la consigliera comunale Caterina Greco e l’ex sindaca di Alessandria Rita Rossa.

Non c’era quello che dovrebbe essere il capo della corrente, l’attuale presidente del partito Stefano Bonaccini, che a sostegno della sua mozione congressuale (poi sconfitta da Schlein) aveva dato vita a Energia Popolare. Ma la stessa Rossa esclude la nascita di una nuova corrente: “Non mettiamo in discussione la nostra appartenenza a Energia Popolare, né la leadership della segretaria. Ma occorre fare chiarezza sulla politica estera e una maggiore attenzione ai temi delle imprese, recuperando quella vocazione maggioritaria che ha caratterizzato la nascita del Pd”. Secondo Rossa valorizzare le proposte dei riformisti è il miglior modo per attrarre nuovi elettori: “Non possiamo attrarre voti solo da una parte ma bisogna parlare a tutti, ci chiamiamo Partito Democratico per un motivo”.

Il Correntone

Schlein però non è attenta solo ai – piuttosto timidi, almeno finora – movimenti della minoranza, ma anche alle mosse dei suoi sostenitori, su tutti il vero deus ex machina della sua elezione, il democristianissimo Dario Franceschini. L’ex ministro della Cultura, già leader della corrente AreaDem assieme a Fassino (che però se ne è poi distaccato, sostenendo Bonaccini) sta lavorando a una nuova corrente “lealista”, unendo le sue forze a quelle degli ex ministri Andrea Orlando, Giuseppe Provenzano e Roberto Speranza, dando vita a un “correntone” schleiniano. Il capogruppo dem in Senato Francesco Boccia, escluso da questa quadruplice intesa, potrebbe di tutta risposta dar vita a una corrente propria. Ma Schlein, che ha pochissimi uomini fidati all’interno della sua segreteria, lungi dal sentirsi rafforzata, teme in questo modo di finire condizionata dai suoi maggiorenti.

Tentazione congresso

Anche per questo è tentata dall’azzardare una mossa per rafforzarsi ulteriormente: la convocazione anticipata del Congresso nel 2026, a un anno esatto dalle elezioni Politiche. Prima dell’estate sembrava cosa fatto, le sconfitte al referendum prima e nelle Marche dopo (unica regione davvero contendibile in cui si è votato finora) l’hanno indotta ad aspettare almeno fino all’election day di fine novembre. Se da Puglia e Campania usciranno due vittorie nette l’ipotesi tornerebbe decisamente in auge: a oggi correrebbe da sola, senza veri avversari in grado di contenderle la leadership. Un nome di cui si fa un gran parlare nelle ultime settimane è quello della sindaca di Genova Silvia Salis, che ha incrociato le spade con il sindaco Lo Russo sulla questione Iren, ma in caso di congresso lampo resterebbe spiazzata, e come lei tutto quel partito dei sindaci che poteva rappresentare per Schlein una spina nel fianco e tra due settimane si riunisce al suo cospetto.

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