Condannato l'onorevole pistola: un anno e tre mesi a Pozzolo
18:01 Venerdì 31 Ottobre 2025Accolta solo parzialmente la richiesta della procura che accusava il parlamentare di aver portato l’arma illegalmente e di averla caricata con proiettili vietati per la difesa personale. Il giudice ha ritenuto fondata solo la prima contestazione
Il tribunale di Biella ha condannato Emanuele Pozzolo a un anno e tre mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Il giudice Cristina Moser ha considerato colpevole il parlamentare eletto in Fratelli d’Italia e poi espulso per il capo di imputazione del porto abusivo di arma da collezione, mentre lo ha assolto per il possesso di munizioni di guerra. Si è conclusa così l’ultima udienza del processo su una vicenda che aveva suscitato molto scalpore.
A Capodanno del 2024 nella sede della Pro Loco di Rosazza, in provincia di Biella, in una festa a cui aveva partecipato anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro con gli agenti della sua scorta, oltre a numerosi altri esponenti politici locali un colpo di pistola partito da un minirevolver di proprietà di Pozzolo, aveva ferito alla gamba il genero del caposcorta, Luca Campana. Pozzolo si è sempre dichiarato innocente. Il processo ha riguardato solo aspetti tecnici sull'arma e i proiettili perché l’accusa di lesioni era decaduta dopo il risarcimento pagato da Pozzolo e al conseguente ritiro della querela. Il commento finale di Pozzolo è stato lapidario: “Si è sgretolata un’altra parte delle accuse montate anche dai media”.
La sentenza accoglie parzialmente l’istanza della Procura, pm Paola Francesca Ranieri, che questa mattina aveva chiesto un anno e sei mesi di reclusione e 3.000 euro di multa, accusando Pozzolo di aver portato l’arma illegalmente e di averla caricata con proiettili vietati per la difesa personale. Il giudice ha invece ritenuto fondata solo la prima contestazione, legata al porto dell’arma in un luogo pubblico o aperto al pubblico, come ritenuta la sede della Pro Loco la notte della festa. Nulla da fare, invece, per il secondo capo d’accusa, su cui il tribunale ha assolto il deputato, accogliendo in sostanza la tesi della difesa secondo cui le munizioni non erano da considerarsi a espansione, o comunque non riconducibili a un uso vietato.


