"Contro di me indagini ridicole". Pozzolo ora spara a zero su tutti
17:11 Sabato 01 Novembre 2025A poche ore dalla sentenza che l'ha condannato a 15 mesi l'onorevole pistola denuncia "l'odio becero e la slealtà" di qualche suo ex compagno di partito e attacca il pm: "Ha indossato il distintivo della lotta di una corrente politicizzata della magistratura"
«L’assistere a indagini fatte con i piedi (non so quanto per incapacità o quanto per volontà), il prendere atto che la mia versione dei fatti semplicemente non interessasse alla pubblica accusa (che ha seguito solo il suo improbabile teorema), il constatare che documenti riservati di indagine venissero passati ai giornali prima di essere notificati alla difesa: insomma, ne ho viste parecchie».
A poche ore dalla sentenza nel processo di primo grado che lo ha condannato a 15 mesi con la sospensione condizionale della pena per il solo reato di porto illegale di arma da collezione, Emanuele Pozzolo, parlamentare oggi del gruppo misto dopo essere stato espulso da Fratelli d’Italia, affida a un lungo post su Facebook il suo commento alla conclusione (almeno per il momento) della vicenda giudiziaria che lo riguarda. Ed è un commento duro e diretto.
Colpo partito involontariamente da Morello
«Contro di me hanno fatto indagini ridicole. Non ho capito se in malafede o per scarsa capacità. Ho detto dal primo minuto ai carabinieri che il colpo non era partito da me. Che era stato un incidente. Che la pistola l’aveva toccata involontariamente Pablito Morello. Ma lo stub lo hanno fatto solo a me. A nessuno degli altri. Hanno voluto mandarmi a processo. Hanno voluto chiuderla così. Nessuno ha voluto cercare la verità». Scrive addiossando all’ex caposcorta del sottosegretario Andrea Delmastro la responsabilità dell’incidente che ha provocato il ferimento di una persona.
Pm con la coccarda
«Al di là dell’odio becero di alcuni e della slealtà personale di altri – scrive Pozzolo probabilmente riferendosi ad ex compagni di partito – è stata la giustizia italiana quello che mi ha stupito di più». Punta il dito contro la sostituta procuratrice di Biella che ha sostenuto l’accusa: «Ho visto il pubblico ministero, che mi ha accusato di tutto per due anni, partecipare a tutte le udienze del processo con, in bella mostra, il distintivo (la coccarda tricolore, ndr) della lotta di una corrente politicizzata della magistratura contro la riforma della giustizia che io stesso ho votato in Parlamento: un vero tocco di finezza istituzionale e di imparzialità conclamata».
Si tratta di Paola Francesca Ranieri, particolarmente attiva nelle proteste indette dall’Anm, un magistrato con alle spalle un’esperienza politica a Parma, dove è stata consigliera comunale per la lista civica dell’allora sindaco Federico Pizzarotti, carica che ha lasciato dopo pochi mesi per intraprendere la carriera in magistratura. La requisitoria contro Pozzolo è stato forse uno degli ultimi suoi atti avendo ottenuto il trasferimento alla procura di Taranto, sua città natale.
Perito distratto
Pozzolo ne ha anche per i consulenti della Procura. «Ho visto, poi – passando all’aspetto tragicomico – come un perito chiacchierone della Procura di Biella (si riferisce all’esperto balistico Raffaella Sorropago, ndr) abbia perso reperti d’indagine che erano sotto sequestro: così, tranquillamente, lo ha ammesso anche in sede processuale. Come se avesse perduto tre caramelle”. «La somma di tutto – prosegue Pozzolo – è che il teorema della pubblica accusa prevedeva 5 capi di imputazione contro di me: hanno costruito un “mostro”, il temibile “Pistolero”». Più “pistola” che pistolero, a onor del vero.
Fallimento della Procura
«Forse ne hanno bisogno per finire sui giornali: ma in sede processuale delle 5 accuse mosse contro di me ne è rimasta in piedi solo una. Tecnicamente un fallimento totale, un dispendio di tempo e soldi (pubblici) notevole». E spiega: «Per un’accusa addirittura sono stato assolto perché' il fatto non sussiste: peccato sia mancato al giudice quel pizzico di coraggio giuridico (e logico) di riconoscere che uno che è detentore di porto d’armi per difesa personale non può essere condannato per porto abusivo di un’arma legalmente, acquistata, detenuta e portata. Tutto il castello di accuse costruito dalla Procura di Biella si è sbriciolato: una parte prima ancora che iniziasse il processo, l’altra in sede processuale».
Ricorso in appello
Il post di Pozzolo, che è stato difeso da Andrea Corsaro, ex sindaco di Vercelli, si conclude con un annuncio: «Mi difenderò ancora nel prossimo grado di giudizio anche per ristabilire la verità sull’unico punto che ancora resta in piedi: lo farò non solo come “battaglia personale”, ma anche come “battaglia politica”. Perché nessun cittadino dovrebbe trovarsi di fronte, quando accusato, un “sistema giustizia” che sottostà a logiche che sono tutto tranne che improntate alla limpida ricerca della verità e all’applicazione autentica della legge».


