Per i giovani artisti italiani la sfida estera è centrale

La generazione di artisti italiani nati dopo il 1990 sta diventando rilevante nel panorama nazionale e contribuisce a ridefinire i rapporti tra scena italiana e contesti internazionali. La mobilità e l'internazionalizzazione non sono più strumenti opzionali, ma condizioni intrinseche della carriera artistica contemporanea. Lo mette in evidenza lo studio dell'Osservatorio Arte Contemporanea, sostenuto da Intesa Sanpaolo, che ha analizzato la nuova generazione di artisti italiani nati dal 1990 in poi, rappresentati dalle 176 gallerie presenti ad Artissima 2025. Sono 408 gli artisti under 35 rappresentati dalla gallerie di Artissima, di cui 83 italiani (20%) o formatisi in Italia. Tra i dati significativi la parità di genere (44 uomini e 39 donne) e il ruolo importante della formazione all'estero scelta dal 35% così come la partecipazione a residenze e premi per promuovere la carriera internazionale (22,9% e 25%), mentre è esigua l'applicazione ai bandi dell'Italian Council (3,6%). Solo un gruppo ristretto di gallerie investe in modo sistematico sulle nuove generazioni, alla quale spesso appartengono loro stessi, costruendo vere e proprie "scuderie" di artisti under 35, mentre la maggioranza mantiene un approccio più selettivo, rappresentando un solo giovane artista. Sul piano internazionale, emerge una rete sempre più dinamica. Molti giovani autori hanno già presentato il proprio lavoro all'estero in spazi indipendenti, gallerie o istituzioni tra Svizzera, Germania, Regno Unito, Francia (Frac), Cina e Stati Uniti - i principali poli di riferimento del contemporaneo. Dietro i numeri si intravedono traiettorie precise. Il 27% degli artisti italiani under 35 ha già realizzato più di una mostra personale all'estero, il 12% ne conta oltre tre, e un 10% supera le cinque. In tutto il 48% ha avuto personali. Nelle collettive, la partecipazione internazionale è ancora più disseminata (70%): il 5% ha preso parte a più di venti mostre, il 10% a oltre dieci, il 16% a più di cinque, mentre un 30% non ha ancora avuto occasione di esporre all'estero. La rappresentanza internazionale rimane un nodo aperto. L'83% degli artisti non ha ancora una galleria estera, ma un 6% è già seguito da più gallerie in diversi Paesi, segno di un sistema che comincia a funzionare secondo logiche reticolari. In tutto sono rappresentati per il 16,8% del campione, così come le fiere internazionali (27,7%). I rapporti diretti con gallerie internazionali - soprattutto a Londra, Berlino e Parigi - raccontano una generazione che non aspetta di essere "scoperta", ma si muove in autonomia, intrecciando relazioni, collaborazioni e visibilità.

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