POLITICA & SANITÀ

Molinette, rosso da 51 milioni.
E "sparisce" il Fondo Balduzzi 

Finalmente è arrivata la firma al bilancio 2024. Tranchida: "Al mio arrivo disordine amministrativo. Spalato fango". Riboldi e Cirio: "Oggi è l'anno zero", ma i conti sono ancora in pesante perdita. La soluzione per togliere dal consuntivo i 7 milioni persi sull'intramoenia

Un rosso da 51 milioni. quasi il doppio rispetto all'anno prima. È questa la cifra con cui si chiude il bilancio per il 2024 della Città della Salute sul quale oggi finalmente è arrivata la firma di Livio Tranchida, insediato in corso Bramante lo scorso primo settembre. “Mesi in cui abbiamo spalato tanto fango”, ha ricordato il manager riferendosi al lavoro che s’è trovato da fare in breve tempo, ma fors’anche alle polemiche che hanno accompagnato la giubilazione anticipata dell’allora commissario Thomas Schael e la nomina del suo successore. Un disavanzo, quello accertato oggi, che è più del doppio quello registrato un anno fa, ma meno della metà del buco di cui si parla invece nelle carte dell’inchiesta della procura che ha messo nel mirino la gestione tra il 2013 e il 2023.

Proprio riferendosi al periodo precedente alla sua nomina alla direzione della più grande azienda ospedaliera Tranchida traccia un quadro da cui, sia pure con una certa dose di diplomazia, rimbalza più di un sassolino dalle scarpe. “Al mio arrivo – spiega Tranchida – l’azienda si trovava ancora in un disordine amministrativo, disorientamento e disequilibrio, condizioni bastevoli per mettere in discussione l’azienda stessa. Il bilancio lo abbiamo fatto noi”, rivendica il direttore attribuendo di fatto all’advisor ingaggiato dal suo predecessore un ruolo diverso. “Abbiamo chiesto aiuto alla squadra di esperti dell’Asl Cuneo 1 e Aso Santa Croce e Carle diretti da Fabio Aimar per la redazione del consuntivo e a un super consulente su una partita molto delicata qual è la questione del Fondo Balduzzi”.

Ordine nei conti

Un lavoro che di fatto non ha modificato se non di circa 600mila euro in più di disavanzo i conti che Tranchida aveva trovato dopo il breve periodo di commissariamento e, soprattutto, dopo la gestione di corso Bramante per alcuni anni in capo all’allora direttore generale Giovanni La Valle. “Abbiamo messo ordine e non possiamo negare che in passato qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto”, dice il direttore amministrativo Gianpaolo Grippa, arrivato a Torino con Schael, rimasto dopo il suo licenziamento e confermato oggi nel suo ruolo da Tranchida per i prossimi cinque anni. 

Anno zero

Cinque anni che la firma del bilancio dello scorso anno viene colto dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi per dire che “oggi per la Città della Salute è l’anno zero”, concetto proposto anche dall’Università con la direttrice della scuola di medicina Paola Cassoni che parla della direzione Tranchida come di “un punto a capo”.  Di “un momento che segna un punto di normalità” parla anche il presidente della Regione Alberto Cirio che accanto a quello del nome di Tranchida cita pure quello dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco come “una squadra vincente” e forse anticipando soluzioni tra le due aziende che potranno emergere nel breve periodo. Espressioni di grande soddisfazione, concetti che rimandano a una messa in soffitta del passato, ma su cui non possono non pesare quei 51 milioni che non sono esattamente bruscolini per un’azienda da anni in piano di efficientamento e dove, come ammette lo stesso direttore generale “ancora non è tutto in ordine” dal punto di vista della gestione delle risorse.   

Tra queste ultime, a dispetto di una narrazione cara ad alcuni sindacati dei medici a sostegno della libera professione, l’intramoenia come evidenzia Tranchida, “per la Città della Salute vale circa 34 milioni, ovvero appena il 3% della produzione complessiva”.

Il nodo dei fondi intramoenia

Proprio l’intramoenia e, in particolare il cosiddetto Fondo Balduzzi, è al centro non solo dell’inchiesta della Procura della Repubblica  per cui si profila il processo dopo le richieste di rinvio a giudizio di numerosi ex direttori e dirigenti, era e forse potrebbe rispuntare in futuro come uno dei nodi del bilancio dello scorso anno. La soluzione trovata, paradossalmente, appare semplice: non potendo chiedere ai medici, come stabilisce una sentenza del Tribunale, gli oltre 7 milioni non incassati negli anni passati la conseguenza è stata quella di cancellare dal bilancio del fondo dove sarebbero dovuti finire. Abracadabra, se i soldi non ci sono non c’è neppure il contenitore dove metterli. Che sia questa la soluzione in grado di sistemare non solo il bilancio, ma anche le eventuali responsabilità di chi negli anni passati ai vertici di corso Bramante quel denaro non lo ha chiesto, resta tutto da vedere.

Alla precisa domanda Tranchida ha risposto che “sì, qualcuno non ha fatto quel che si sarebbe dovuto fare”. Il risultato è quella soluzione contabile che di fatto “cancella” i 7 milioni di si tornerà a discutere nell’aula del Tribunale nel processo che si annuncia per gli ex vertici della Città della Salute. E dove oggi come confermato da Tranchida e Riboldi, azienda e Regione confermano la loro presenza come parti civili, sgombrando il campo da voci circa eventuali ripensamenti.

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