Valle d'Aosta, caso a parte: il centrodestra si spacca e Avs invoca il maggioritario
Davide Depascale 16:04 Martedì 04 Novembre 2025Domani l'elezione formale della giunta regionale, l'unica a essere scelta con il proporzionale. Il presidente uscente Testolin promette un assessore a Forza Italia e si assicura la maggioranza, FdI e Lega disertano. La sinistra reclama un terzo seggio e fa ricorso al Tar
A più di un mese dalle regionali, la Valle d’Aosta è ancora immersa in un turbine di trattative per la formazione di una maggioranza. Renzo Testolin, presidente uscente dell’Union Valdotaine e capolista più votato con oltre 3.800 preferenze, è a caccia della riconferma, dopo che il parere del costituzionalista Nicola Lupo ha escluso la sua incandidabilità. La quadra sembra essere stata trovata, e passa per la spaccatura del centrodestra, con Forza Italia che entrerebbe a far parte della maggioranza autonomista, mentre Fratelli d’Italia e Lega si preparano a passare all’opposizione, unendosi al Pd (che nella scorsa legislatura era alleata dell’Uv) e ad Alleanza Verdi Sinistra-Rete Civica, che ha depositato ieri un ricorso al Tar contro l’attribuzione dei seggi, puntando a recuperare un terzo consigliere che potrebbe ridisegnare ulteriormente gli equilibri in Consiglio.
Maggioranza relativa
L’elezione del nuovo presidente e della Giunta è fissata per domani 5 novembre, ma le ore decisive sono quelle di oggi: l’esecutivo verrà limato nei dettagli e sottoposto al vaglio del “parlamentino” dell’UV in serata. Lo scenario che emerge dalle urne – con Uv al 31,97% e 13 seggi, seguita da Autonomisti di Centro al 14% con 6 seggi, Pd all’8% con 3 eletti e il centrodestra frammentato al 29,5% – non ha prodotto un vincitore netto, né il premio di maggioranza del 42% richiesto dalla legge elettorale. In assenza di una coalizione pre-elettorale capace di sbloccare il proporzionale puro, Testolin ha accelerato le consultazioni per comporre una maggioranza stabile intorno ai valori autonomisti, cercando di evitare il caos successivo al voto che ha segnato le legislature precedenti. Finora con scarsi risultati.
La spaccatura nel centrodestra
Il nodo più evidente è la rottura nel centrodestra, che si era presentato unito alle urne con Forza Italia al 12,7%, Fratelli d’Italia all’11,6% e Lega all’8,8%, conquistando complessivamente 8 seggi. Stando alle ultime consultazioni, FI ìopterà per entrare nell’esecutivo, accettando un assessorato chiave, magari quello al Bilancio. Questo ingresso sancirebbe una “spaccatura” netta: FdI e Lega, con 3 e 2 seggi rispettivamente, boicotteranno la riunione convocata stasera da FI, rimarcando così la scelta di rimanere all’opposizione, accanto a Pd e Avs. La mossa di FI non è isolata: riflette una tradizione valdostana in cui le forze moderate privilegiano alleanze trasversali per bilanciare l’egemonia autonomista. Testolin, forte del consenso personale, punterebbe così a un governo con UV (presidente e 5 assessorati: sviluppo economico, turismo, agricoltura, opere pubbliche, istruzione), AdC (presidenza del Consiglio della Valle e 2 assessorati: affari europei e sanità) e FI (1 assessorato). A aderire al percorso anche Azione Valle d’Aosta, lista minore che aggiunge un tassello centrista. L’opposizione, con Pd e sinistra, conterebbe su 10-12 seggi, ma il ricorso di AVS potrebbe alterare i conti.
Gli autonomisti di centro confermano l’alleanza
Parallelamente, il fronte autonomista si compatta. Rassemblement Valdôtain e Stella Alpina, formazioni che hanno aderito alla lista Autonomisti di Centro con 4 seggi complessivi, hanno “scaricato” l'altra lista, Pour l’Autonomie di Marco Carrel (2 seggi), che ha abbandonato il tavolo delle trattative con Uv nell’ultimo incontro. In una nota congiunta, i due partiti esprimono un “giudizio positivo sul percorso di convergenza tra le forze autonomiste”, confermando la volontà di proseguire con Testolin, che ha “formalmente condiviso i principali punti programmatici”. “Alla luce delle interlocuzioni avviate dal Presidente incaricato, riteniamo necessario garantire la continuità del progetto politico degli Autonomisti di Centro”, si legge nel comunicato, che evoca un’alleanza storica capace di superare le divisioni post-elettorali.
Questa intesa porterebbe la maggioranza a circa 20 seggi su 35, soglia minima per la governabilità. Testolin, che ha guidato la Regione dal 2023 dopo le dimissioni di Erik Lavevaz, punta su temi come turismo sostenibile e autonomia finanziaria a fare da collante a una coalizione piuttosto eterogenea.
Il ricorso di Avs
Non solo alleanze, ma anche contenziosi. Avs-Rete Civica, con i suoi 6,2% e due consiglieri eletti (Chiara Minelli e Eugenio Torrione), ha depositato lunedì 3 novembre al Tar della Valle d’Aosta un ricorso contro l’assegnazione dei seggi decisa dall’ufficio elettorale del Tribunale di Aosta. Al centro della vertenza, due schede inizialmente giudicate nulle – con voto di lista per AVS e preferenze per candidati comunali della stessa lista – che, se validate, restituirebbero il terzo seggio ad Andrea Campotaro, primo escluso della lista. Il riconteggio provvisorio dei voti contestati ha invece premiato Uv, assegnando il seggio a Cristina Machet, portando gli unionisti a 13 eletti. “Questa evidente disparità di trattamento ha privato AVS del seggio”, contestano i ricorrenti, evidenziando come analoghe schede siano state validate per altre liste. L’istanza in autotutela al Tribunale era stata respinta il 24 ottobre, spingendo AVS al Tar. Se accolta, la sentenza – attesa entro settimane – potrebbe spostare un voto cruciale in Consiglio, complicando la maggioranza di Testolin e rafforzando l’opposizione di sinistra. Durante l’insediamento del 28 ottobre, AVS si era astenuta sulla convalida di Machet, ma la mozione era passata con 33 sì.
Legge elettorale “inadeguata”
In un post su Facebook Avs si schera anche contro l’attuale sistema elettorale (la Valle d’Aosta è l’unica regione in Italia a utilizzare ancora il proporzionale), accusandolo di favorire “calcoli opportunistici” anziché “visione e valori”. “È passato un mese e non c’è ancora una maggioranza: risultato di una legge inadeguata che decide tutto dopo, a seconda della convenienza”, scrive il movimento, puntando il dito contro Uv e Pd per non aver riformato il proporzionale puro nella passata legislatura. Un’accusa che suona singolare, dato che proviene da un partito che a livello nazionale ha sempre spinto per il modello proporzionale, considerandolo maggiormente rappresentativo, ma in questo caso sembra privilegiare la governabilità al parlamentarismo: “Scegliere alleati non è un dettaglio tecnico: è identità politica. La Valle d’Aosta merita stabilità, non equilibri provvisori basati su interessi personali”.
Domani con l’elezione formale della giunta regionale potrebbe emergere un quadro più nitido, ma il Tar e le fibrillazioni nel centrodestra suggeriscono che la legislatura 2025-2030 partirà con più interrogativi che certezze. Come nella tipica più tipica tradizione valdostana.


