Se Caselle non decolla

Torino tra le grandi Città italiane è quella che fa più fatica a tenere il ritmo di Milano, Bologna, Padova etc., i punti di Pil persi in questi primi anni del Terzo millennio non accennano a diminuire, la disoccupazione è alta, il calo della economia tocca lavoratori dipendenti ma anche artigiani, commercianti, ristoranti e piccoli professionisti.

In tutto il mondo gli aeroporti sono un motore di sviluppo della economia locale, quello di Torino invece da molto di meno di quanto dovrebbe e potrebbe. Non vi sono  collegamenti  con aree economiche importanti che possono portare alla nostra città un interesse economico e commerciale. Le rotte sono come si dice rotte di servizio per portare la domanda, esistente e neanche quella. Pesante il giudizio dell’Alitalia che quando ha deciso di chiudere il collegamento con Napoli ha definito la tratta con Torino di interesse secondario.

Ci si accontenta di essere undicesimo Aeroporto quando Torino è la quarta città italiana. Certo che vi è la concorrenza di Malpensa, Linate, Nizza ma la gestione dell’aeroporto, nel disinteresse incompetente delle ultime amministrazioni, non ha messo in campo iniziative forti e significative. Eppure si sarebbe potuto perlomeno incontrare le associazioni economiche e produttive, le aziende piemontesi che esportano, per capirne le esigenze e studiare insieme nuovi e migliori collegamenti.

In una delle aree che esporta di più le proprie produzioni nel mondo  è stato chiuso il settore cargo aereo facendo ridere Malpensa. Il San Paolo, azionista dell’aeroporto insieme al Comune, stranamente se ne è rimasto con le mani in mano.  La Regione snobba i trasporti e la logistica di cui non ha capito ancora appieno la importanza per Il rilancio di Torino e del Piemonte. La politica locale preferisce parlare più delle alleanze che dei problemi concreti.

*Mino Giachino, presidente di Saimare spa

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