Ecco perché non voto per la Provincia

Premetto che posso prima di tutto parlare come amministratrice locale e non come cittadina, e già questo è un motivo più che sufficiente per non partecipare alle consultazioni scontate per il mandato bis del presidente Borgna a capo di una Provincia esistente oramai più sulle mappe geografiche che su quelle politico-amministrative.

Sia chiaro che non voglio entrare nel merito delle persone, tutte pienamente rispettabili, che comporranno il Consiglio provinciale sulla base del cosiddetto listone unico Pd-Forza Italia. Semplicemente dico che questa Istituzione provinciale - dal 2014 - non ci rappresenta più. Ho avuto l'onore di candidarmi in più occasioni a tornate elettorali in cui erano i Cittadini a scegliere, DIRETTAMENTE, il Consiglio e il Presidente della Giunta: in tali contesti, sono stata anche Capogruppo prima e poi, con Gianna Gancia ultima presidente eletta, assessore provinciale con deleghe su Pari opportunità, Difesa dei consumatori, Personale ed Enti locali.

In maniera quindi del tutto legittima e legittimata dal mio passato di amministratrice della Provincia di Cuneo, suffragata dal voto popolare, ho potuto quindi dichiarare la mia non-partecipazione al voto nel 2014 e altrettanto farò oggi.

La Provincia di Cuneo più di altre ha patito le conseguenze sciagurate della legge Delrio - con la quale un Governo non eletto trasformò questo Ente territoriale in Ente anch’esso non eletto - creando unicamente caos istituzionale e disattendendo i proclami trionfalistici di lotta agli sprechi che se esistono stanno altrove. Anzi, le competenze tolte alla Provincia adesso costano di più in termini finanziari e organizzativi, mentre quelle rimaste necessitano di continui trasferimenti statali e regionali.

Insomma, con la Delrio tanto tuonò che infine piovve soltanto in senso meteorologico, e anche le cronache di questi giorni indicano che la situazione delle scuole e delle strade può essere governata solo da un Ente in grado di rispondere direttamente ai Cittadini e di intervenire in modo mirato e con risorse appropriate. Tutte condizioni venute meno e che legittimano la scelta della sottoscritta, non isolata, di non andare a votare alle odierne consultazioni limitate ai soli sindaci e consiglieri comunali e scontate nell’esito. Perché, dove il cittadino non può pronunciarsi, le alchimie di coalizione prevalgono sui programmi dei quali infatti non si è parlato.

*Anna Mantini, capogruppo Lega Comune di Fossano, già consigliera provinciale eletta dai cittadini

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