Salvate la scuola Salvo D'Acquisto

Gentilissima redazione de Lo Spiffero,
vorrei porre all’attenzione vostra e dei vostri lettori una questione annosa: la situazione della scuola elementare Salvo D’Acquisto, ubicata in via Tollegno 83 a Torino. Edificata agli inizi degli anni Settanta come Polo Educativo Integrato, data la vicinanza del servizio di neuropsichiatria infantile, sito alle spalle dell’edificio in oggetto, possedeva, unica in Europa, tre piscine al suo interno, pista di pattinaggio e atletica leggera all’esterno oltre a numerose aule spaziose e luminosissime, un giardino immenso e lontana da strade trafficate, quindi al riparo da inquinamento acustico e ambientale. Praticamente la scuola che ogni genitore sogna per i propri figli. Di diverso avviso devono essere state tutte le amministrazioni civiche che si sono avvicendate successivamente alla sua costruzione; altrimenti non si spiega come sia potuto accadere che un edificio con tali risorse e posto in un quartiere delicato e complesso come Barriera di Milano (periferia nord di Torino) sia stato volutamente abbandonato e lasciato decadere come invece è avvenuto, dirottando i fondi ad essa destinati, ad altri capitoli di spesa.

Si arriva cosi all’8 giugno 2018 quando i genitori vengono informati della repentina chiusura della scuola per inagibilità. Nella stessa scuola, dichiarata inagibile alle 17,30, gli alunni hanno svolto lezione fino alle 12:30 della stessa giornata. È diventata inagibile in 5 ore? Uno dei tanti misteri subalpini, immagino. Si scopre, in seguito alla richiesta di accesso agli atti, che i genitori sono stati ingannati perché la dicitura INAGIBILE non compare da nessuna parte; compare invece la volontà di cedere la parte della piscina a un’associazione privata che vi realizzerà una palestra e la volontà di realizzare un progetto faraonico da 10 milioni di euro. La decisione di chiudere in modo repentino la struttura nasce dalla necessità di provvedere all’adeguamento del piano antisismico derivante dalla sopraelevazione di un piano, come previsto nel progetto pensato.

Altro mistero: la sicurezza dei bambini che fino ad allora avevano passato giornate intere in quell’edificio è mai stata oggetto di riflessione da parte dell’Amministrazione Pubblica? Evidentemente un caso Darwin non è stato sufficiente. Forse per loro è stato sufficiente mettere una targa a imperitura memoria di chi è stato vittima di negligenza o indifferenza. A leggere quanto scritto sopra si dovrebbe essere contenti perché sarebbe tutto bello se fosse vero! La verità è un’altra. Il progetto faraonico è fermo nella testa di chi lo ha pensato in quanto è stato presentato solo uno studio di fattibilità; i lavori per la palestra, caldeggiati dalla presidente della Circoscrizione 6, non sono stati avviati perché i relativi progetti sono ancora in fase di approvazione. Allo stato attuale l’edificio versa nel più completo stato di abbandono: devastato da intrusioni vandaliche, rifugio notturno per persone senza fissa dimora e aree destinate ad uso e abuso di sostanze stupefacenti, come riportano le cronache locali. Il tutto al caldo perché, altro mistero, il riscaldamento è tuttora in funzione.

Successivamente alla chiusura abbiamo provato, come genitori e residenti della zona, a far presente alla Circoscrizione 6 e all’Amministrazione Comunale quali sarebbero stati gli effetti sortiti da una decisione assurda, come quella che hanno preso, rimanendo purtroppo inascoltati. Sordità o convenienza politica(punto di domanda) Tengo a precisare che nel 2012, era già stata chiusa un’ala della scuola, quella dove si trova la piscina e i bambini erano stati trasferiti, in blocco in un altro edificio scolastico, durante le vacanze di Natale. Dal 2012 fondi ne sono stati stanziati ma mai utilizzati per la D’Acquisto, salvo 6.000 euro per l’acquisto e il posizionamento, nel cortile, di due canestri e un gioco di equilibrio nello stesso anno in cui è stata chiusa. Anziché provvedere alla ristrutturazione dell’ala dichiarata inagibile nel 2012, l’Amministrazione ha provveduto a spostare il Laboratorio di Arte ed Espressività, un autentico vanto per l‘Assessorato all’Istruzione e per la città, titolata “amica dei bambini e delle bambine” per far tornare i bambini in sede. Si è trattato di un intervento fasullo, perché non ha risolto i problemi della scuola e ne ha solo procrastinato di qualche anno la chiusura definitiva, privando il quartiere di un centro aggregativo molto importante per il tessuto sociale. Della somma stanziata per la scuola si sa che 35.000 euro sono stati dati alla Fondazione degli Architetti Piemontesi; voglio sperare che non sia stato il compenso per lo studio di fattibilità del posizionamento dei canestri. All’appello mancano 40.000 euro, di cui si sono perse le tracce. L’attualmente silurata assessora Federica Patti divulgava, pubblicamente e con orgoglio, lo stanziamento di fondi per la trasformazione di quattro scuole in scuole 3.0. Mi sorgono spontanee tante domande: avevano già una scuola 3.0, la Salvo D’Acquisto, perché l’hanno lasciata morire? I soldi, visto che ne predicano sempre la mancanza, dove li hanno presi? Sono forse quelli destinati alla scuola Salvo D’Acquisto? Saranno stati sufficienti 35.000 euro per gli architetti per lo studio di 4 progetti? Tornando sul progetto faraonico, di dubbia realizzazione visti i precedenti, tengo a precisare che non è necessaria tale somma per riqualificare il più menzionato edificio; sarebbero sufficienti solo diverse centinaia di migliaia di euro. Quello che manca è la volontà politica di fare il bene della città, del quartiere, della scuola e dei bambini, futuro della società. Auspico che la sindaca, più volte contattata sulla questione, non pensi sia sufficiente cambiare le persone: è necessario cambiare prospettive e non solo le idee dopo aver preso i voti e occupato le poltrone. Considerato che il M5S si professa forza di cambiamento faccia ciò che nessun’altro ha fatto: ristrutturi la scuola Salvo D’Acquisto  e la riapra. Solo così potrà dire di aver cambiato le cose.

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