Circoscrizioni, enti ormai inutili

Le periferie torinesi vengono nominate soltanto in campagna elettorale, due mesi prima d’andare a votare per scegliere il sindaco, consiglio comunale e consigli circoscrizionali. Nel frattempo il degrado impera ovunque... strade dissestate, spazzatura ovunque, sfalci dell’erba a cadenza secolare, giardini pubblici non utilizzabili, giochi per bimbi rotti e mai riparati, potatura alberi inesistente. L’esempio di tutto quanto sopra citato è il quartiere Borgata Lesna facente parte della Terza Circoscrizione di Torino. Sono testimone oculare di quanto scrivo, non solo come giornalista ma soprattutto come residente in questa zona da 54 anni... dalla mia nascita, in pratica. A questo punto occorre chiedersi: servono ancora le Circoscrizioni? Da 10 passate ad 8 ed ora s’ipotizza a 5. Con che criterio? I soldi a disposizione sono sempre meno però cresce il territorio e quindi le esigenze di chi ci abita e soprattutto i servizi. A questo punto non sarebbe meglio abolirle?

Le Circoscrizioni non sono mai stati percepite dai torinesi come dei validi riferimenti per la risoluzione dei grandi o piccoli problemi del quartieri, soprattutto, in periferia, dove si riteneva che almeno lì potessero diventare effettivamente un collante tra l’Amministrazione comunale centrale ed i residenti di queste zone distanti dalla città anche un bel po' di chilometri.

Il fallimento del decentramento amministrativo torinese è da tempo sotto gli occhi di tutti e gli organi politici istituiti per darne attuazione (consiglio, presidente e giunta) andrebbero aboliti, con un consistente risparmio di risorse economiche per le casse del Comune che potrebbero essere destinate, invece, in modo sicuramente più proficuo per la città e per i cittadini.

Si potrebbero riorganizzare in modo più funzionale gli uffici delle Circoscrizioni con una dipendenza più diretta delle ripartizioni di competenze e l'introduzione della figura dei delegati del Sindaco (tutti ruoli da scegliere tra i consiglieri comunali) sulle diverse aree territoriali della città accorpabili sotto la sovrintendenza di un’unica figura politica, il delegato sindacale per l’appunto, come da riferimento dei cittadini del quartiere per le problematiche del posto. In parallelo ai delegati del sindaco sarebbe opportuno far rinascere i mitici comitati di quartiere che con passione ed ardore erano la vera anima pulsante della nostra amata città.

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