La Lega ci lascia pure le scuole sporche

La Lega ci lascia, tra l’altro anche le scuole sporche! Infatti l’ex ministro all'istruzione Bussetti non si è affatto preoccupato di sapere se il personale Ata sarà sufficiente o si dovrà fare ancora ricorso alle cooperative di pulizia, non ha fatto niente e ci saranno pesanti ricadute. Ma facciamo un passo indietro. 

Nel corso del 2018 e dei primi mesi del 2019, alla normale riduzione degli addetti si è aggiunto un ulteriore decremento soprattutto dovuto al raggiungimento dei requisiti pensionistici (in particolare quelli anticipati). Pur con la sostituzione di parte del personale uscito con nuove risorse per far fronte alle esigenze di servizio è ragionevole stimare un ulteriore decremento per mille unità; l’articolo 1, comma 760, della legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145) prevede che “Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è autorizzato ad avviare un’apposita procedura selettiva, per titoli e colloquio, finalizzata ad assumere alle dipendenze dello Stato, a decorrere dal 1° gennaio 2020”, il personale che ha operato nei servizi di pulizia e decoro delle scuole definendo specifici requisiti legati all’anzianità (“personale impegnato per almeno 10 anni, anche non continuativi, purché includano il 2018 e il 2019, presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi”) e al territorio (esclusione del personale di cui “all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2017, n. 205”) oltre al possesso dei titoli (licenza media) e l’assenza di carichi penali. 

Lla simulazione effettuata in base a questi requisiti su una platea di quasi 17mila addetti porta a stimare che circa 7mila persone sul territorio nazionale si troveranno senza un impiego a causa dell’assenza dei requisiti per l’internalizzazione (riconducibile prioritariamente all'assenza di anzianità); riguardo ai circa 10mila in possesso dei requisiti, pur mantenendo la continuità occupazionale, sarà certamente ridotta quella retributiva; le ragioni della riduzione dello stipendio sono le stesse che nel 2014 portarono, dapprima, al ricorso alla cassa integrazione guadagni e, in seguito, all'attivazione del progetto “Scuole belle” per integrare la riduzione di ore del personale. Infatti “i corrispondenti posti accantonati ai sensi dell’articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 119, sono resi nuovamente disponibili, in misura corrispondente al limite di spesa di cui al comma 5”, pertanto, in assenza di risorse aggiuntive (come avvenuto negli anni precedenti), i posti accantonati non garantiranno il numero di ore contrattuali attualmente svolte dai singoli lavoratori; il combinato disposto fra la drastica riduzione del numero di addetti e la sensibile diminuzione del monte ore destinato ai servizi, dovuta alla scarsità dei posti accantonati, comporterà enormi disservizi in ambito scolastico, fino alla totale paralisi nei plessi di centri urbani minori, nonché possibili problemi per la salute e la sicurezza degli scolari utenti. Chi se ne occuperà?

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