Tutti i rischi dell'alleanza Pd-M5s-Leu

Sapremo questa sera se gli iscritti e i simpatizzanti del M5s approveranno l’intesa Pd-5stelle-Leu per dar vita ad un nuovo governo. Se, come pare, l’intesa otterrà il placet dagli attivisti del M5s, già  nelle prossime ore Conte potrebbe recarsi dal Capo dello Stato per sciogliere la riserva e a quel punto il nuovo governo potrà avviare la sua navigazione.

Per esprimere un giudizio sul nuovo esecutivo bisognerà conoscere sia il programma  che la lista dei ministri. Solo a quel punto sarà possibile capire se si tratterà di un governo “di svolta” o se, viceversa, nell’operazione prevarranno gli elementi di ambiguità e di trasformismo. Ieri sera ho ascoltato l’appello del premier incaricato che ho trovato pieno di frasi ridondanti. Mantengo tutte  le mie perplessità sulla sua capacità di guidare un governo che per l'esistenza di contenziosi non risolti  rischia di poggiare su  fragili basi.

Non sarò certo io a negare la necessità di porre un argine ad una destra razzista e antieuropeista o a sottovalutare i rischi di uno spostamento destra del Paese e di un governo guida Salvini o di un Presidente della Repubblica eletto da questa destra. Per questo credo sia stato un errore bloccare il confronto e l'intesa con il M5s all’indomani delle politiche dello scorso anno, inaugurando la stagione dei pop corn e lasciando che questi 14 mesi scavassero ulteriori divisioni.

E tuttavia mi auguro che non si sottovalutino i rischi che si corrono. Infatti, sull’efficacia dell’azione del nuovo governo peseranno la rapidità con la quale si è giunti all’intesa dopo anni di polemiche furibonde, di invettive pesanti e senza che l'intesa sia stata metabolizzata dai rispettivi elettorati. Cosi come credo che peseranno le divisioni e l’esistenza di progetti diversi all’interno sia del Pd sia del M5s che in ogni momento  potrebbero  indebolire  e mettere in forse l’esistenza stessa della nuova alleanza. È  chiaro a quel punto che a pagarne il prezzo più alto sarebbero il Pd e Leu mentre a trarne vantaggi sarebbe proprio quella destra che giustamente ci si propone di depotenziare.

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