Saper ascoltare la gente

La crisi dei partiti della sinistra nasce dalla riluttanza ad ascoltare la voce della gente, i suoi bisogni, le sue paure. La parola democrazia non si deve confondere con anarchia, dove ciascuno può fare ciò che vuole, le regole vanno rispettate da tutti: se ciò non avviene a vincere è il più forte, vince la prepotenza, la criminalità i delinquenti. Oggi la nostra democrazia manca di orgoglio, è debole e incapace di contrastare la prepotenza che genera il disordine, è una democrazia che soccombe dinanzi all’arroganza delle criminalità, si mostra forte con i deboli e incapace a contrastare la prepotenza della parte debole delle società, quella che crede ancora nella giustizia, quella stanca di subire prevaricazioni, di vivere incarcerata nei quartieri dove regna la dittatura del delittuoso. Ne va della dignità delle famiglie e della sicurezza del Paese, delle credibilità delle istituzioni e della salvezza del sapere.

La sconfitta dei partiti della sinistra in queste ultime elezioni non è altro che la voce di una nazione che spera ancora nelle politica ma non sa più a che santo raccomandarsi. Le forze progressiste si sono perse in parole e in promesse mai mantenute, non hanno avuto il coraggio osare, hanno lasciato che il degrado degenerasse senza muovere un dito. Hanno litigato e polemizzato fino alla nausea, in certi casi hanno dato la sensazione di un tolleranza al disordine che ha sconvolto e frastornato, hanno confuso la libertà con il caos. I risultati sono una inesorabile ascesa dei partiti che promettono ordine e disciplina, visti oramai come l’unica speranza per poter continuare a credere e a vivere in un Paese assediato dal sopruso e dalla malvivenza. Quando si non si è capaci di avvertire i malesseri e i lamenti di un popolo, si è condannati a morire, e questo sta succedendo.

print_icon