Siamo Sardine, facciamo domande

Lettera aperta dagli amministratori del gruppo Sardine Torino. Noi non siamo la risposta, noi siamo la domanda. Godetevi l’onda. Mancano pochi giorni al 10 dicembre, manca poco al momento in cui anche a Torino scenderemo in piazza, ci conteremo e ci guarderemo negli occhi. Sino a qui è stata una cavalcata bellissima, faticosa ma bellissima. Da quando Paolo ha aperto il gruppo mentre stava viaggiando in treno e leggeva dei fatti di Bologna e Modena, sono passati pochi giorni ma paiono mesi. La vita di molti di noi è stata parzialmente stravolta e abbiamo scoperto che in 24 ore si possono fare un sacco di cose in più di quelle alle quali siamo abituati.

Ma ne vale la pena perché la voglia di gridare “Basta” è diventata insopportabile e la scintilla di Bologna ha fatto capire a tanti che è ora di urlarlo in coro e non solo masticando amaro dietro a una tastiera o al tavolo con gli amici di sempre. Basta alla politica dell’odio, della divisione, della paura che la destra ci sta imponendo o, peggio, alla quale ci sta abituando. È ora di tornare alla politica vera e non alla propaganda, è ora di parlare dei problemi veri delle persone, soprattutto dei più deboli. Il dividi et impera deve finire e dobbiamo tornare a ricordarci che siamo tutte persone, indipendentemente dal colore o dalla carta d’identità.

Ecco, a chi chiede “perché sardine” rispondiamo così: Sardine perché sono la dimostrazione di come un individuo possa fare tanto unendosi agli altri, come un atomo possa trasformarsi in tempesta contrapponendosi a qualsiasi forza. Le Sardine sono pesci semplici e pacifici che fanno del branco la propria vita e protezione, quando si uniscono creando un’onda che si muove all’unisono. Anche la destra, in questi anni, ha creato un’onda, un’onda mediatica che attraverso i social e gli altri media, ci ha travolti. Un’onda di negatività, paura, disprezzo. Le Sardine contrastano con la loro positività tutto questo.

Sino ad ora è stata una cavalcata bellissima, lo è stata soprattutto perché ci siamo trovati a lavorare insieme, donne e uomini di tutte le età, dai ragazzi ancora non maggiorenni ai nonni, un sentire comune che ha abbattuto ogni barriera generazionale. Insieme abbiamo preso le decisioni e gestito il gruppo che intanto esplodeva, ora siamo vicino al traguardo dei 70.000 e stiamo parlando solo di Facebook! Molti altri stanno partecipando attraverso Instagram o attraverso WhatsApp… Non sappiamo neppure noi quanti siamo veramente, sicuramente tantissimi, sicuramente abbastanza da riempire di colori, allegria e forza piazza Castello. Sarà una manifestazione gioiosa, piena di musica e serietà. Questo chiediamo alla politica italiana: serenità e serietà.

Le Sardine si rivolgono a tutta la politica italiana. Abbiamo dichiarato sin da subito di essere apartitici e lo confermiamo, ma non siamo apolitici. Stiamo facendo politica e ne siamo consci, con l’obiettivo chiaro e comune di bloccare sul nascere ogni velleità di fascismo e sovranismo radicale. Poi ogni Sardina ha la propria idea… ha votato e voterà in piena libertà e coscienza quello che ritiene più vicino a sé. Non siamo tutte uguali, siamo individui. E questa possibile fragilità può avere un’onda d’urto potentissima. Molti ci chiedono “e poi”? In questi casi vorrei rispondere: “Siamo nati per fare domande, non per dare risposte! Retribuiamo una classe politica perché lavori per noi, perché sia seriamente impegnata per il bene comune, perché dia risposte alle nostre domande! Lo facciano allora!”. Molti ci hanno confrontati con le Madamine o con altri movimenti che ci hanno preceduto. Niente di più sbagliato: noi siamo un movimento nazionale e non ci nutriamo in alcun modo di obiettivi specifici. Le nostre parole sono “Libertà, uguaglianza, politica seria”. Un’altra domanda che sempre più frequentemente ci viene posta è cosa accadrà dopo il 10 o dopo il 15, data della manifestazione nazionale di Roma. Anche a questa domanda deve rispondere la politica! Se si determinerà un clima che è quello che stiamo chiedendo, le Sardine potranno disperdersi serenamente nel mare; se così non fosse il banco continuerebbe la propria attività, sempre più grande, sempre più forte, sempre più convinto.

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