Pd, calma con i trionfalismi

L’aria che tira all’interno del Pd è strana e molto pericolosa. Troppo alticcia: una vittoria, non schiacciante, in Emilia, cullandosi nell’idea che si vincerà anche nelle altre regioni dove si andrà a votare nel breve. Basta parlare con quelli che un tempo si chiamavano i “quadri”, farsi un giro ad esempio in Torino, per vedere facce serene e rilassate per lo scampato pericolo con la consapevolezza di vincere facile nello stesso capoluogo sabaudo.

Ed invece No! il Paese è sempre quello, nel bene e nel male. Non è cambiato. Neanche Torino con le sue periferie eternamente abbandonate! L’Emilia non è l’Italia e neanche Torino. Per questo serve qualcosa che dopo la vitamina bolognese raddrizzi la schiena di un Pd ancora troppo curvo su se stesso: non un Congresso-passerella, per intenderci, ma qualcosa di serio che consenta al Pd di recuperare un pieno rapporto con la società italiana, con le associazioni, le polisportive, la società civile. I forum e  la festa dell’Unità anticipata possono andare bene solo se il partito esce e va davvero in mezzo alla gente. Con i fatti, non solo a parole. Ed è una cosa che deve fare lui, il Partito democratico, perché nessuna sardina lo salverà una seconda volta.

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