Una tabella che spiega tutto

L’industria è la nostra forza, il nostro lavoro, il nostro futuro. Tutti , a partire dai parroci, che benedivano gli imprenditori che creavano lavoro, a tutti noi siamo orgogliosi delle nostre aziende, della inventiva e dell’intraprendenza dei nostri imprenditori, grandi e piccoli. Perdere industrie vuol dire perdere lavoro per sempre. Sono stati fatti tanti errori da parte di imprenditori, da parte dei governi, aziende hanno delocalizzato all’estero alla ricerca di minori costi di produzione, altre aziende non hanno saputo tenere il passo con il progresso tecnologico, altre sono fallite per dissidi famigliari, perché i figli non erano come i padri etc.

Nel 2011 ci fu un grosso attacco speculativo al debito sovrano e in particolare ai debiti dei paesi del Sud Europa. Gli Usa usarono una politica espansiva e la superarono meglio. L’Europa uso la politica della austerity decisa dai tedeschi ed accettata da quel grande francese di nome Sarkozy. In Italia Confindustria chiedeva dal Sole 24 ore di far presto a cambiare il governo.

Con modalità poco chiare, uso un eufemismo, venne chiamato Monti a salvare la patria. Lo si nominò senatore a vita. Nell’ultimo incontro al Quirinale del 12 novembre 2011 Napolitano per convincere Berlusconi a non andare ad elezioni anticipate, come fecero gli spagnoli, gli disse che Monti era l’unico in grado di spiegare le cose alla Merkel. Non fu così. Adottammo la politica della austerity e solo nel 2014 il presidente Napolitano ammise in un intervento a Bruxelles che la politica della austerity fu un errore.

Ieri il Sole 24 Ore a pagina 3 ha pubblicato  una tabella sulla Produzione industriale dal 2010 a oggi. Potete vedere come l’Italia dopo i governi che la dovevano salvare da Monti in poi ha una produzione industriale sotto non solo il livello del 2010 ma anche a quello del  2011. Se invece di chiamare Monti dalle politiche delle quali non ci siamo ancora ripresi, in particolare nell’edilizia, Napolitano avesse chiesto di mandare a casa Trichet e nominare subito Draghi forse anche noi oggi avremmo molte aziende in più e un indice della produzione industriale e quindi del Pil ben superiore. Gli effetti di quell’indice sceso lo hanno pagato gli imprenditori e tanti lavoratori diretti e indiretti ai quali nessuno ha mai chiesto scusa.

Mentre la Lombardia è leggermente sopra la media europea, Torino e il Piemonte sono molto sotto. Per fortuna che noi Sì Tav con l’aiuto di Salvini abbiamo salvato la Tav.  Ecco perché per Torino i candidati oltreché essere molto competenti in politica economica e industriale è meglio se sentono anche i consigli di chi avendo capito la gravità della crisi torinese ha avuto il coraggio di scendere per la prima volta in piazza dopo 20 anni di manifestazioni No Tav.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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