Coronavirus, problema europeo

È un momento triste e delicato. Economia in caduta libera, psicologicamente siamo svuotati, non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Dopo la guerra fredda degli anni '60, l’attacco alle torri gemelle del 2001, la crisi globale del 2008, eccoci nuovamente tristi, depressi e con un grande punto interrogativo sul nostro domani.

Serve dunque un Piano straordinario per l’Italia, coraggioso e aggressivo, una chiamata all’azione nazionale che aiuti le aziende e soprattutto le famiglie e gli individui, con una sospensione del pagamento delle tasse, degli acconti Iva e delle rate dei mutui, subito, dalla settimana prossima, prima ancora dei grandi investimenti per far ripartire l’economia e nella speranza che si possa tornare alla normalità il più presto possibile. I soldi ovviamente non ci sono, si dovrà ancora ricorrere al debito, certo senza scialacquare denaro. L’Europa non potrà fare altro che dirci di sì, non solo perché è probabile che lo stesso strumento servirà anche ad altri paesi, ma perché se dovesse opporsi a un’operazione una tantum per evitare la catastrofe economica di uno o più paesi membri allora a che cosa serve l’Europa?

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