Inesperti in politica e nella vita

La situazione che il governo sta affrontando da quando è esplosa la pandemia non ha precedenti. Ha gestito bene la Fase uno, meno (molto meno bene fino a questo momento) la Fase due. E io non credo che tutti i ritardi e gli errori possano essere imputabili alla complessità della situazione che pure esiste.

Vi sono, infatti, ritardi ed errori che chiamano in causa varie responsabilità, comprese quelle del governo e di alcuni ministri e lo stesso discorso vale per le Regioni e alcuni assessori regionali. In particolare, credo che alcuni di questi errori, accanto a difficoltà oggettive e a disfunzioni storiche che non sono imputabili a questo governo, rivelino una incompetenza e una incapacità di gestione che derivano dall’inesperienza; inesperienza che solo in parte può essere sopperita dalla presenza dei tecnici più o meno capaci. Se poi, come sempre più spesso succede, questi vengono nominati prescindendo da una valutazione di merito, si sommano due debolezze.

Sia chiaro: non sono in discussione l’impegno e la serietà dei singoli ministri, che per me è fuori discussione, ma è un fatto che molti di loro si trovino a dover gestire una situazione “eccezionale” senza alcuna esperienza di governo che, in situazioni come l’attuale, pesano e fanno la differenza.

La vicenda della scarcerazione di alcune centinaia di mafiosi è lì a dimostrarlo. Non credo proprio che il ministro Bonafede possa essere accusato di aver subito le pressioni delle organizzazioni mafiose, ma questo non lo assolve dalla responsabilità di non aver previsto in anticipo ciò che sarebbe succedere, predisponendo gli atti normativi necessari. Essere bravi, ammesso che Bonafede lo sia, nel fare l’elenco dei problemi quando si è all’opposizione, non significa avere le capacità, la conoscenza necessaria e la competenza per gestirli e risolverli una volta al governo e cioè quando si è chiamati a decidere sul serio.

La stessa cosa può essere detta sulla vicenda della mancanza di mascherine che rappresenta autentica vergogna. I cittadini assistono “basiti” a questo rimpallo di responsabilità tra Commissario Straordinario, che opera a nome e per conto del governo, e distributori.

Ma la questione non riguarda solo il M5s. C'è poco da fare: l’esperienza e la formazione in politica contano, cosi come l’esperienza nella vita e nel lavoro delle persone. Un imprenditore, che aveva scommesso sull’innovazione, qualche anno fa mi disse che la formazione del capitale umano contava quanto le nuove tecnologie. È singolare come partiti che ci spiegano quanto conoscenza-formazione-competenza siano decisive, non sappiamo e non vogliano poi applicare questi stessi criteri a se stessi. Questo deficit di esperienza e di cultura di governo pensa moltissimo, questa è la verità. E non è imputabile a uno schieramento piuttosto che a un altro, ma a tutti purtroppo.

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