La grande occasione metropolitana

Tra meno di un anno gli elettori torinesi saranno chiamati a scegliere il proprio sindaco. Dopo la riforma Delrio che ha di fatto cancellato le Province per far nascere le Città metropolitane, a Torino ci siamo trovati difronte a quello che era il territorio della vecchia Provincia semplicemente ribattezzata con un nuovo nome. Al nuovo Ente tuttavia non sono state fornite le risorse per assolvere alle grandi responsabilità  che gli vengono attribuite. In questi anni, che con indulgenza abbiamo voluto considerare “sperimentali”, la Città metropolitana ha messo a nudo tutte le proprie debolezze. Ben poco è stato fatto per esaltare invece i punti di forza che sappiamo esserci e che dovranno essere chiari al candidato sindaco del centrosinistra.

Abbiamo un'idea: fare di Torino un laboratorio politico innovativo e coraggioso. Sperimentare una nuova logica di programma e comunicazione elettorale, di presa in carico delle esigenze e delle eccellenze. Per la prima volta nella storia delle elezioni amministrative cittadine, sarà essenziale intendere le elezioni del sindaco della città con strategia che vada ben oltre i confini cittadini. Non auspichiamo certo una riedizione delle vecchie elezioni del presidente della Provincia ma suggeriamo, al Partito e a chi vorrà mettere in gioco sé stesso e la propria competenza al servizio del territorio, di farlo in modo moderno e intuitivo della voglia dei comuni, piccoli e grandi dell'area metropolitana, di essere finalmente visti. La questione dunque riguarda gli effetti che ricadranno sui Comuni metropolitani e sul nazionale ed è quindi necessario che il processo di individuazione del candidato/a veda coinvolti iscritti e simpatizzanti del Pd e, forse, del centrosinistra.  Le modalità saranno da discutere, ma certo in una fase di crisi sistemica della società e della politica come l'attuale crediamo sia necessario uno scatto in avanti.

La riforma dà al sindaco di Torino una responsabilità più ampia ed è chiaro come questo debba essere al centro non solo di un programma elettorale ma di una visione strategica futura della quale vogliamo non essere solo più spettatori. Torino 2021 ha infatti necessità di un piano nuovo, non solo perché quello della coraggiosa e lungimirante giunta Castellani , svolto dalle giunte Chiamparino e Fassino nell'arco dei suoi trent'anni di vita ha esaurito la sua spinta, ma perché quella città di fatto non esiste più, non solo nella sua stretta conformazione economica e sociale. Ha confini più ampi, abbraccia i comuni di un'area metropolitana e oggi ha bisogno più che mai che la politica di sviluppo su Torino non abbia limiti territoriali: trasporti, edilizia scolastica, rafforzamento delle partnership culturali, un nuovo modo di amministrare che metta a sistema tutte le energie, superando la logica autoreferenziale che fa considerare solo il municipio per il quale si corre alle elezioni amministrative.

Vogliamo finalmente una Torino europea, internazionale e quella di oggi così com'è strutturata, non lo è. Vogliamo che i torinesi, i grugliaschesi, i settimesi, i moncalieresi... tutti diventino semplicemente e ambiziosamente cittadini metropolitani.

Torino è quella che si vede dall'alto, planando nel cielo in atterraggio con un volo proveniente da qualsiasi parte del mondo. E ciò che si vede è uno spazio occupato da ben più degli ottocentomila abitanti del capoluogo.

L'area metropolitana ha bisogno d'aria, e della collaborazione di tutti. Ha bisogno di una visione  più alta rispetto a quelle che la storia ci ha affidato finora. Ha bisogno di scommesse e dell'audacia che ci si mette per vincerle. Ha bisogno di occhi curiosi e di una mente illuminata, che sappia osservare oltre il muretto del cortile. L'area metropolitana ha diritto ad essere coinvolta nelle decisioni e nelle strategie che porteranno il prossimo sindaco, auspichiamo di centrosinistra, a sedere a Palazzo Civico. Perché Torino 2021 non è solo affare di Torino ma un'olimpiade senza precedenti che dobbiamo vincere insieme, con l'uomo e la squadra giusti superando logiche territoriali fuori tempo. Nella vittoria, sarà insito il nuovo modo che avremo avuto per leggere la competizione, dandole un valore più alto, più moderno.

*Dario Lorenzoni, segretario Pd Grugliasco, Pier Paolo Soncin, capogruppo Pd Comune di Grugliasco

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