Il lavoro senza rappresentanza

Egregio Direttore,
dopo che i passati decenni ci avevano abituati a grandi battaglie sindacali e sociali – seppure talune discutibili – dobbiamo oggi affrontare scioperi e manifestazioni di protesta per chiedere che le organizzazioni sindacali rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati possano essere coinvolte ed interessate dal governo di sinistra Pd-5Stelle alla predisposizione del Piano nazionale di ripresa economica e delle conseguenti riforme di supporto.

Non può accadere diversamente con un governo antipopolare e incapace, che quotidianamente si impegna a favorire l’immigrazione clandestina, che concede il reddito di cittadinanza mediante autocertificazione indiscriminatamente ad italiani e stranieri residenti, che riconosce senza riserva i diritti di ogni genere, che propugna in ogni occasione l’antifascismo come alibi per ogni inettitudine, che, per finire, contrabbanda il taglio dei parlamentari come riforma contro l’inefficienza e l’incompetenza.

Ormai i partiti sono i portatori esclusivi di interessi politici che escludono le scelte dei cittadini; i sindacati sono ridotti ad organismi burocratici e senza ruolo operativo; le categorie produttive e professionali, i corpi intermedi, non hanno alcuna rappresentanza istituzionale dei loro interessi economici e sociali. I lavoratori, i produttori, non contano. Noi uomini e donne di Destra, noi lavoratori e pensionati non vogliamo continuare così.

*Paolo Chiarenza, Guido Giordana, Luca Ferracciolo, Mario Franchino, Rosalia Grillante, Fabrizio Mana, Fabio Mottinelli, Maurizio Occelli, Mario Pinca, Salvatore Cuzzupè, Denis Scotti, Vanda Valerio, Sebastiano Luca

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