Inutile piangere sui disastri

L’alluvione che si è abbattuta sul Piemonte e sulla Liguria, e in gran parte anche sul versante francese, è la conseguenza irreversibile del surriscaldamento del pianeta: è inutile piangere o riempire le pagine dei giornali come se fosse una maledizione divina. In tanti anni non siamo stati capaci di prevedere ciò che sta accadendo quando le temperature del pianeta ci indicavano la gravità delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e le conseguenze che avremmo dovuto affrontare. L’uomo ha fatto il resto, ha costruito dove non si doveva senza prevedere il pericolo in caso di inondazioni o terremoti.

Si prevede che entro il 2030 la temperatura del pianeta crescerà di 1,5 gradi: un dato che dovrebbe allarmare e spingere ad agire in fretta o tra non molto ci troveremo davanti a una situazione apocalittica senza via di uscita. L’emergenza climatica ci suggerisce di operare con determinazione, con divieti e leggi che possano ridurre l’inquinamento e la produzione di sostanze nocive. La priorità per tutti i governi del mondo dovrebbe essere quella delle salvaguardia delle vita sul pianeta, anche se tutto ciò richiedesse un cambiamento delle abitudini e dello stile di vita.

È inutile piangere sui disastri, i disastri ormai sono all’ordine del giorno e sono provocati da un sistema che non funziona più. Fino ad ora i governi hanno soltanto fatto finta, è giunto il momento di fare sul serio, una politica drastica sulla riduzione della Co2 nell’atmosfera entro il 2050 ci salverebbe da conseguenze disastrose che potrebbero verificarsi in ogni luogo e in ogni tempo. Bisogna agire sui processi produttivi, sulle abitudini, eliminando gli involucri di plastica che stanno soffocando i mari e decimando gli animali. La vita sul pianeta ha i giorni contati, ormai è una certezza e non soltanto un dubbio. Sta a noi decidere cosa vogliamo fare, se avere un futuro o non averlo. 

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