Corsi e ricorsi nella storia di Torino

Spesso e giustamente, anche su queste pagine, si leggono denunce relative alla severa crisi economico-sociale che da qualche anno sta mortificando Torino e Provincia e, a riguardo, si leggono anche interessanti analisi e qualche “buona idea”. Credo sia utile dare uno sguardo storiografico a quanto è successo su questo territorio attraverso una breve storia di alcune grandi realtà economiche che presero vita e si svilupparono nel torinese.

- SIP. Nata nel 1899 nel settore dell’energia elettrica, divenne SIP (Società Idroelettrica Piemontese) nel 1918 e nel 1925 acquisì il 75% di STIPEL (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda). Dopo la crisi del 1929, SIP passò ad IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) che, nel 1933, con le partecipate telefoniche creò STET (Società Torinese Esercizi Telefonici). Nel 1961 STIPEL creò CSELT, uno dei più importanti poli di sperimentazione e ricerca a livello internazionale. Nel 1964, dalla fusione di SET, STIPEL, TELVE, TIMO, TETI, nacque SIP (Società italiana per l’esercizio telefonico). Nel 1994 IRI, approvando il “Piano di riassetto delle telecomunicazioni”, fuse SIP, IRITEL, Italcable, Telespazio e SIRMI dando vita a Telecom Italia e, nel 1995, a TIM SPA (Telecom Italia Mobile) per la telefonia mobile, entrambe con sede a Torino. Nel 1997, con decreto ministeriale, nacque la prima “public company” italiana: Telecom Italia Spa, società per azioni privatizzata ad azionariato diffuso. Nel 1999 Olivetti, guidata da Colaninno, lanciò un’Opa su Telecom Italia per il 55% delle azioni. L’Opa ebbe esito positivo. Nel 2001 Olimpia Spa (di Pirelli Spa), Edizione Finance International SA (del Gruppo Benetton), Intesa Bci ed UniCredito Italiano, acquisirono il 27,7% del capitale di Olivetti. Il nuovo management del Gruppo, diretto da Tronchetti Provera, spostò la sede di Telecom Italia a Milano.

- OLIVETTI. Nata nel 1908 per opera di Camillo Olivetti, un ingegnere di Ivrea che progettò la macchina da scrivere M1. Dopo la guerra, con la M20, Olivetti iniziò il suo successo. Dal 1932 Adriano, figlio di Camillo, ampliò fortemente Olivetti sia nel settore delle strumentazioni da ufficio sia in quello informatico. Nel 1959 nacque l’Elea 9003, uno dei primi grandi computer a transistor. Nel periodo successivo al 1964, sotto la guida di Roberto, figlio di Adriano, per problemi economici, subentrarono nuovi azionisti e presto la divisione elettronica fu venduta a General Electric. A Ivrea, però, un gruppo di ingegneri creò la “Programma 101” (primo personal computer al mondo che anticipò di una quindicina d’anni IBM e APPLE e che fu utilizzata dalla NASA per la missione spaziale dell’Apollo11) che portò all’apertura di parecchi stabilimenti. Nel 1978 Carlo De Benedetti diventò azionista di riferimento e presidente. Nel 1988 smembrò l’Olivetti in più aziende verticali. Nel 1990 fondò Omnitel che nel 1999 fu ceduta alla tedesca Mannesmann. Nel 2003 Olivetti fu assorbita da Telecom Italia.

- CASSA DI RISPARMIO DI TORINO. Fondata nel 1827 si sviluppò fino a diventare negli anni intorno al 1930 la seconda cassa di risparmio italiana (dopo Cariplo). Nella prima metà del ‘900 incorporò altre banche e nel 1991, in seguito alla Legge Amato che consentiva alle banche con forme organizzative pubbliche di scorporare l’azienda bancaria e di conferirla a società per azioni costituite unilateralmente, si trasformò in Fondazione Cassa di Risparmio di Torino mentre per l’azienda bancaria fu creata Banca CRT SPA. Nel 1992 Banca CRT deteneva società di leasing e di credito al consumo (Findata Finanziamenti), di credito agrario e fondiario (Istituto di credito fondiario e Federagrario), di credito a medio e lungo termine (Mediocredito Piemontese), finanziarie (FIDA, Fondivest, FRT) e di informatica (Findata System). Nel 2002 Credito italiano incorporò Banca CRT, insieme ad altre banche, dando origine ad UniCredit Banca con sede a Milano. La Fondazione Cassa di Risparmio di Torino oggi ha in portafoglio l'1,646% in Unicredit.

- ISTITUTO BANCARIO SAN PAOLO. Nel 1563, a Torino, la confraternita "Compagnia di San Paolo" creò quello che pochi anni dopo diventò il Monte di Pietà cittadino. La vera e propria Banca nacque nel 1853. Sanpaolo divenne presto protagonista dello sviluppo industriale di Torino e nel 1928 prese il nome di Istituto Bancario San Paolo di Torino, per poi trasformarsi, con un decreto del 1932, in istituto di credito di diritto pubblico. Negli anni Novanta divenne la più grande banca italiana per raccolta. Nel 1992, in seguito alla Legge Amato, l'istituto fu privatizzato e si trasformò in società per azioni (Compagnia di San Paolo rimase il maggiore azionista). Nel 1998 l’Istituto, di cui la Compagnia di Sanpaolo possedeva il 20,54%, si fuse con Istituto Mobiliare Italiano per dare vita a Sanpaolo IMI (con Compagnia di San Paolo al 16,4%). Il 24 agosto 2006 venne annunciata la fusione “alla pari” tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI, fusione che il 2 gennaio 2007 divenne operativa dando origine a Intesa Sanpaolo. Alla guida della nuova banca furono nominati Giovanni Bazzoli (presidente di Banca Intesa) come presidente del Consiglio di Sorveglianza, Corrado Passera (a.d. di Banca Intesa) come ceo e Enrico Salza (presidente di Sanpaolo IMI) come presidente del Consiglio di Gestione. Intesa Sanpaolo, pur mantenendo la sede legale a Torino, spostò la sede strategica ed operativa del Gruppo a Milano.

- SAI. La Società Assicuratrice Industriale venne fondata a Milano nel 1921 per assicurare i rischi industriali. Nel 1925 SAI e FIAT costituirono SAVA (Società Anonima di Vendita Autoveicoli) per permettere l'acquisto rateale delle vetture FIAT. Nel 1927 SAI contribuì alla nascita di IFI (Istituto Finanziario Italiano), la holding della famiglia Agnelli. Nel 1938 fu trasferita a Torino. Nel 1970 divenne la terza maggiore compagnia assicurativa italiana. In seguito alla crisi petrolifera del 1973, il gruppo Agnelli cedette le quote a Raffaele Ursini (Liquigas) che, nel 1978, uscì lasciando la gestione a un sindacato di azionisti; tra essi si affermò Salvatore Ligresti, che, nel 1988, divenne presidente. Furono fatte diverse acquisizioni tra cui, nel 1995, MAA Assicurazioni. Nel 2001, da un accordo tra SAI e Société Générale, nacque, sempre a Torino, Banca SAI. A fine 2002 SAI SPA, a seguito della fusione per incorporazione de La Fondiaria Assicurazioni SPA, assunse il nome di Fondiaria SAI SPA con trasferimento della propria sede legale a Firenze.

- TORO ASSICURAZIONI. Nata a Torino nel 1833 con il nome Compagnia Anonima di Assicurazione contro i danni degl’incendi a premio fisso, verso il 1890 era già radicata in tutta la penisola, sebbene il nucleo fondamentale fosse in Piemonte. Tra il 1928 e il 1939, operò fusioni, incorporazioni e acquisizioni assumendo la dimensione di Gruppo ben insediato anche nel mercato francese. Nel 1955 aveva raggiunto i 2 miliardi di capitale sociale sempre con gli stessi soci, salvo i cambi generazionali. Quotata nel 1960 alla Borsa di Milano e di Genova, nel 1961 era al terzo posto tra le società d’assicurazione private in Italia. Nei primi anni Settanta, diventata Toro Assicurazioni (1974), subì la scalata da parte di Banco Ambrosiano che ne acquisì il controllo. Nel 1983 Toro Assicurazioni venne comprata da FIDAM (fiduciaria partecipata da Ferrero, Reale Mutua, Acutis e IFIL) e poi da IFIL (degli Agnelli). Nel 1989 Fiat ne acquisì la maggioranza. Nel 1996 il Gruppo Toro era al sesto posto tra i gruppi assicurativi italiani e il 1997 divenne uno dei soci stabili di Banca di Roma (4,05% del capitale). Nel 1999 Fiat lanciò un’Opa per il controllo di Toro, ma agli inizi degli anni duemila Fiat entrò in una fase molto pesante. Toro, ritirata dalla Borsa di Milano nel 2001, venne ceduta nel 2003 al Gruppo De Agostini che la riportò in Borsa nel 2005. Nel 2006 Toro passò al Gruppo Generali e nel 2009 Toro Assicurazioni e Alleanza Assicurazioni si fusero dando vita alla nuova compagnia Alleanza Toro SPA con sede a Milano.

La distanza tra Torino e Milano (circa 130 km) non può certo giustificare l’evidente differenza, in termini di sviluppo, delle due città. A Torino e Provincia, come abbiamo visto, sono nate e prosperate realtà industriali e finanziarie di notevole portata che sono, per così dire, “rotolate” verso altri territori ed in particolare verso Milano, quasi come se tra i due capoluoghi esistesse un ideale piano inclinato che, lentamente e inesorabilmente, porta a Milano ogni biglia messa a Torino. Chi ha determinato negli anni questo ideale piano inclinato? Chi ne ha determinato il suo angolo di inclinazione? Tra poco andrà in scadenza il mandato di sindaco a Chiara Appendino che ha dichiarato di non volersi ricandidare. Sarà compito dei Torinesi scegliere chi dovrà guidare la crescita economica della città nei prossimi anni. Noi elettori dovremo ben analizzare, dalla“lettura storiografica, i fatti che hanno contribuito all’impoverimento socio-economico della città onde evitare negativi “corsi e ricorsi storici”.

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