La politica negli anni di piombo

Certo, è vero quello che dice Sergio Gaiotti. Parlando quotidianamente con le persone che si incontrano per strada, nei negozi ed anche, quando sono aperti, nei ristoranti, si può constatare che la politica, in termini complessivi, gode non di una mediocre opinione ma decisamente di una pessima considerazione. Concordo che l’Italia sia un’anomalia in Europa: sembra quasi che l’Italia sia afflitta dalla sindrome dell’ “eterno ritorno dell’uguale” (teoria filosofica di Friedrich Nietzsche) e questo, purtroppo, lo è da sempre!

Pongo però una attenzione al paragone del nemico odierno (Covid-19) con il nemico degli anni di piombo (terrorismo) e al ravviso di una diversità di comportamento fra le forze politiche di oggi a quelle di allora. È bene ricordare che in casi di attacco al Sistema, come durante gli anni del terrorismo, gli italiani poterono assistere ad uno spettacolo non proprio edificante, come, ad esempio, il “Caso Moro”: c’era chi voleva trattare con i brigatisti pur di salvare la vita al presidente della Democrazia Cristiana, e chi, adottando il “massimo rigore” (“non si tratta con i terroristi”), rese, di fatto, esecutiva la sua condanna a morte. A tal proposito, suggerisco di leggere le lettere scritte dallo stesso Aldo Moro mentre era in prigione, durante la detenzione terroristica, indirizzate a tutti i politici italiani ed al governo, oltre che alla sua amata famiglia (“Lettere dalla prigionia” si trova in libreria).

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