No al sito Sogin sul nostro territorio

La Sogin, società totalmente pubblica ha comunicato nei giorni scorsi quanto prodotto dalla medesima quasi 6 anni fa e cioè la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito delle scorie nucleari. E guarda caso tra le 12 in Categoria “A1”, cioè definite “ Molto buone”, 7 sono in Piemonte (più una, in seconda categoria) e tra queste,  due in provincia di Torino e le altre in provincia di Alessandria.

La più vicina a Saluggia è quella definita TO-10 cioè a casa nostra, nei comuni di Mazzè per circa il 90% e il resto tra Caluso e Rondissone, ma i centri abitati più vicini sono, ancora una volta: Tonengo di Mazzè, Rondissone, Carolina di Caluso, Mandria e Boschetto di Chivasso.

Che il problema delle scorie nucleari, depositate da anni a Saluggia nella misura dell’80% del totale, debbano trovare una sistemazione definitiva per i prossimi 300 anni era ed è cosa giusta e doverosa, visti i rischi corsi dei primi anni Duemila quando  i fusti galleggiavano nell’acqua  a seguito dell’alluvione, ma che si punti la fiche più alta ancora una volta sul basso Canavese e sul Chivassese perché più vicina a Saluggia è l’ennesima dimostrazione che la individuazione delle aree è stata fatta a tavolino su vecchie cartografie, senza andare sul territorio a sondare quale tipo di terreno c’è – a poche decine di centimetri sotto, scorre l’acqua – e se è incolto o ancora agricolo come di fatto è  e pure di primissima qualità, tutto  conferma la insipienza  di chi ha fatto lo “studio”. E pensare che stiamo parlando di due società pubbliche (Sogin e Ispra, oggi Isin) e non di privati come nel caso della pseudo società agricola “Caluso Biometano” che hanno come unico scopo il business e non la salute dei cittadini.

Come Comitato “Io mi rifiuto“ abbiamo predisposto una petizione, già sottoscritta da parecchie migliaia di cittadini, che non sono “ambientalisti populisti” come li ha definito qualcuno, ma persone vere preoccupate per il loro futuro. Sì, può anche essere vero che l’impianto avrà le caratteristiche della massima sicurezza, ma sappiamo che questa in assoluto non esiste e quindi nell’eventualità che qualcosa non funzioni, i primi a pagare saranno loro, meglio, noi, i nostri figli, nipoti e pronipoti fino alla decima/dodicesima generazione a venire.

Nel quadrato di 1.500 metri per lato, tra i comuni di Chivasso, Caluso, Mazzè e Rondissone:

- è già attivo un impianto della C.R.M. Srl di Cherasco (CN) per la triturazione di 60.000 tonnellate/anno di materiale edile ed affini tra cui soprattutto traversine ferroviarie un disuso: nei giorni scorsi è stato registrato nelle vicinanze il rumore assordante emesso da quest’infernale macchinario…., senza contare le polveri sottili sollevate ed immesse nell’aria;

- È al secondo tempo dell’esame della Città Metropolitana di Torino il progetto per il trattamento di 60.000 tonnellate/anno di rifiuti organici urbani della “Caluso Biometano(?) s.a.-Srl di Verona, di cui abbiamo già abbondantemente scritto sul questo stesso giornale. Entrambi questi progetti, sono un regalo della sindaca di Caluso!;

- Ora il sito TO 10 per il  deposito di scorie nucleari di cui in premessa;

Se poi allarghiamo l’orizzonte formando un altro quadrato  di 5 chilometri per lato, sempre nel Chivassese e Basso Canavese troviamo:

- San Benigno a Ovest dove è previsto un altro impianto per il trattamento di altre 60.000 tonnellate/anno di rifiuti organici urbani sempre dello stesso gruppo imprenditoriale (?) di Verona, anche questo al secondo tempo dell’esame della Città Metropolitana di Torino;

- Chivasso a Sud, con un carico ambientale assolutamente insopportabile: il deposito Esso; la seconda discarica del Piemonte per ampiezza e capacità con tutti i problemi che essa ha creato in questi anni e sta ancora creando; la Centrale Biogen all’interno dell’ex area Lancia ora Consorzio Pichi, che nel tempo ha creato notevoli problemi di inquinamento odorigeno, con confronti e verifiche tra Asl, Arpa, Uffici Ambiente della Città Metropolitana; la Centrale Termoelettrica, con una potenza installata di 1.179 MW gestita dalla società A2A.

- Torrazza Piemonte ad Est con le  discariche di rifiuti industriali speciali , località dove è previsto il Deposito dello smarino proveniente dagli scavi per l’Alta Capacità Torino-Lione;

- Rondissone, con il progetto già autorizzato dalla Città Metropolitana di Torino di un progetto per il trattamento di 41.000 tonnellate/anno di Rifiuti Organici Urbani, sul quale è pendente un ricorso al Consiglio di Stato;

- Saluggia con il deposito di scorie nucleari ricordato in premessa e che giustamente si vuole smantellare data la sua pericolosità, ma….

Ma trasferire le scorie di pochi chilometri non risolve affatto il terribile carico ambientale che questo territorio sta sopportando da troppo tempo e poi il terreno non è affatto idoneo come erroneamente dicono quelli di Sipra E Sogin e lo dimostreremo.

La Sima, Società Italiana Medici Ambientali, e l’Università di Bologna e Bari, a proposito di pandemia non escludono affatto che ci sia una connessione tra quanto avvenuto e sta ancora avvenendo e l’inquinamento ambientale, aggiungendo anche che non è un caso che nella Pianura Padana sia esploso più prepotente che altrove. “La pianura Padana, per via della sua conformazione è una specie di catino in cui si concentrano livelli di polveri e inquinanti decisamente più alti che in altri parti dell’Italia o anche dell’Europa. In fondo alla pianura verso ovest c’è la città di Torino ed i comuni sull’asse autostradale To-Mi, area che da tempo gode di un non invidiabile primato, addirittura europeo, riguardo alla quantità di polveri sottili nell’aria.  Orbene, se nell’aria c’è un certo contenuto di micropolveri, quelle goccioline tendono ad aderirvi come a delle zattere, prolungando la permanenza in sospensione. Inoltre le statistiche paiono indicare una maggiore incidenza delle varie malattie dell’apparato respiratorio, tendenzialmente croniche, in quelle aree in cui la presenza di polveri sottili è più alta e duratura e a loro volta quelle affezioni rendono più probabile l’insorgere di complicazioni in caso di infezione virale”. Fine della citazione. Non devo aggiungere altro.

Cari ministri Patuanelli e Costa, Governo tutto, Regione Piemonte, Città Metropolitana: pensateci bene se non volete distruggere un territorio e coloro che vi abitano, bambini per primi! Intanto sono già oltre 15.000 le firme, raccolte on line, di sostegno alla petizione promossa dal Comitato “Io mi rifiuto“. Coloro che volessero sostenere questa nobilissima causa lo può fare andando su  Change.org.

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