Igloo per i senzatetto

Giusta l’attenzione sul fenomeno dei senza fissa dimora esposta su queste pagine nello scritto “Troppa retorica sui clochard” di Simonetta Chierici. Esistono più declinazioni e sfaccettature sulla fisionomia e sulle motivazioni che inducono una persona a vivere on the road, sulla strada. La prima, secondo me più semplice, è la mancanza di mezzi economici per avere accesso ad una dimora, la seconda è la volontà di una persona di non aderire ad una società basata essenzialmente sul circol” tra lavoro-guadagno-spesa.

Nella società dei consumi è il capitale, in qualsiasi forma e quantità, che dà dignità sociale all’Uomo: l’Uomo senza capitale, semplicemente, diventa per la comunità un’ombra invisibile o peggio un parassita. Per la prima declinazione, cioè per quelle persone che solo per mancanza di mezzi si trovano a dover vivere per strada, è unicamente lo Stato che deve intervenire con politiche strutturali di assistenza; per la seconda declinazione, essendo una scelta ideologica individuale della persona, lo Stato, attraverso tutte le sue strutture periferiche, deve limitarsi esclusivamente a consentire a queste persone di vivere al meglio la loro scelta di vita nel rispetto della comunità e delle leggi vigenti: maggior numero di fontane, di panchine, di vespasiani, ecc.

Proprio per dare seguito alla grande sensibilità di Giulia di Barolo, Don Giovanni Bosco, Giuseppe Cafasso, la scodella di minestra e la coperta offerta spontaneamente da chi desidera farlo non deve in nessun modo essere etichettata con formule morali (“buon samaritano”, “si mette a posto la coscienza con un piccolo gesto”, ecc.): è una libera scelta tra persone libere come devono essere tutti i cittadini, sia che abbiano o no una fissa dimora.

Dando uno sguardo alla nostra vicina di casa (la Francia), riporto, come contributo a Andrea Orlando (nuovo ministro delle Politiche sociali) e a Chiara Appendino (sindaco di Torino), l’articolo apparso qualche giorno fa su un quotidiano francese: “Nei mesi invernali, centinaia di senzatetto sono costretti a fronteggiare freddo glaciale e intemperie: per aiutarli, in Francia hanno inventato uno speciale igloo. Non si tratta chiaramente di una delle abitazioni in ghiaccio nella quale dimorano gli eschimesi, ma di un riparo realizzato con polietilene espanso, lo stesso materiale con cui si fabbricano le piscine e che ha le stesse proprietà isolanti della lana di vetro o del polistirolo. L’igloo è molto più spazioso e termicamente protettivo delle tende, ed è già stato usato lo scorso anno per aiutare alcuni clochard di Bordeaux e Parigi, ma si sta pensando di diffonderlo anche in altre regioni della Francia. Ad inventarlo, è stato un giovane ingegnere francese specializzato in energie rinnovabili, Geoffroy de Reynal. L’idea gli è venuta pensando ai senzatetto che vivono nella sua città, Bordeaux, lungo le rive de La Garonne. Per aiutarli a sopravvivere a temperature a dir poco micidiali, il ragazzo ha pensato ad un igloo lungo 2 metri, largo 1,20 e alto 90 centimetri. Il rifugio si monta facilmente e si apre nei due lati, e vanta una parte superiore fatta di foglie di alluminio placcato per mantenere all’interno una temperatura superiore di 15-18°rispetto a quella esterna”.

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