Modello Draghi per Torino, chi ci sta?

Carissimo Direttore,
l’on. Silvia Fegolent, con un intervento sullo Spiffero, lancia una provocazione che non può essere lasciata cadere in questo tempo di crisi in cui siamo obbligati a guardare in faccia la realtà: ne possiamo uscire peggiori o migliori. Una comunità come quella torinese ha bisogno di svincolarsi dai soliti giochi e sistemi che si sono andati consolidando durante la cosiddetta “seconda repubblica” che ha portato ben pochi risultati positivi di lungo periodo ma ha imbrigliato la dinamica politica dentro la camicia di forza della contrapposizione tra le curve ultras di destra e sinistra: la parlamentare di Italia Viva ha ragione quando ricorda che la pandemia ha spazzato via questi schemi politici.

Oggi ci inoltriamo in una sorta di terra di mezzo sconosciuta, il cui approdo, tutto da costruire, sarà probabilmente uno schema nuovo che, come Popolari, ci auguriamo possa aderire a quello delle famiglie politiche europee, con i cittadini che tornano a poter votare per realtà con identità, pensieri e visioni coerenti in cui potersi riconoscere e capace di contribuire a ridare forza al ruolo italiano nella Ue. L’on. Fregolent ci ricorda che “il modello del governo Draghi è sicuramente un modello eccezionale dovuto al periodo drammatico che stiamo vivendo” ed è l’unico che appare attrezzato per imboccare la strada giusta, fuori dal gioco dei colori, dai tatticismi, dai meri posizionamenti, dal marketing elettorale, che non sono tollerabili in questo tempo di comune sofferenza che va curata per costruire la ripartenza sociale, economica, politica, nella dimensione della comunità. La preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, il senso di impotenza delle imprese, i problemi dei giovani, i dati drammatici sulla povertà, la sensazione di un’assenza di strategia che ha determinato tanta insicurezza, non sono riconducibili ad un colore politico per puntare il dito contro governo nazionale, regione, comune (in questa fase si perderebbe solo tempo), ma rappresentano una spinta per una soluzione eccezionale in tempo eccezionale che può aiutare i territori.

Torino sta andando verso le elezioni: la politica ha il dovere di non pensare di fare finta di niente mettendo in campo le solite dinamiche, i soliti tavoli, i consueti vecchi documenti con gli interpreti di sempre con i radicati vetusti contatti di potere, i consulenti per scintillanti campagne elettorali centrate sul singolo di turno che cerca di azzeccare lo slogan migliore. C’è un dovere grande anche rappresentato dalla dimensione metropolitana guidata da Torino, che, pur di fronte ad una delle peggiori riforme mai fatte, quella delle Province, non può essere sottovalutata per contribuire a sostenere uno sforzo ampio, coraggioso, in grado di mettere in un angolo quella politica tossica, chiusa, spesso infiltrata, che si annida nelle pieghe della litigiosità e dell’autoreferenzialità che, purtroppo, spesso guadagna pure le cronache giudiziarie. Anche Torino ha bisogno di buona politica e, sì, carissima onorevole Fregolent, ne ha bisogno ora per una soluzione in grado di unire le parti migliori e più dinamiche della città, anche con intelligenti passi indietro per permettere a tutta la comunità di fare un balzo in avanti.

Un modello Draghi per la capitale sabauda è una proposta ambiziosa che va raccolta e rilanciata. Noi Popolari, quindi da quel centro in cui, a partire da Lugi Sturzo, si è imparato che c’è bisogno di pensiero politico, in questa fase in cui è rinato il gruppo popolare torinese, insieme alla presenza strategica dei Giovani Popolari, al lavoro per la città, per le circoscrizioni, dopo le elezioni sotto le insegne del gonfalone in diverse parti d’Italia, la nascita di diversi gruppi regionali, cogliamo la sollecitazione ad uno “scatto di maturità da parte di tutti” per Torino. Formiamo la migliore squadra, giochiamo con i colori della Città, senza timidezze, individuando i ruoli opportuni, insieme e insieme affrontiamo il cammino verso un nuovo sistema dove ognuno avrà casa. La domanda ulteriore diventa, allora: chi ci sta?

* Giancarlo Chiapello, segreteria nazionale Popolari

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