Ci vorrebbe Draghi per almeno 15 anni

Dal 2001 al 2020 l’Italia ha perso 30 punti di Pil rispetto a Germania e Francia e l’occasione dei fondi del Recovery Fund è unica per riprendere una politica di sviluppo che punti al lavoro e alla riduzione dell’enorme debito pubblico che rischiamo di lasciare ai nostri figli.

Il Pil procapite del Piemonte nel 2003 era 120 sulla media europea fatto 100, ora è sotto la media europea che comprende anche i nuovi Paesi. Un Paese che ogni anno perde decine di migliaia di giovani neolaureati che se ne vanno all’estero a cercare lavoro e impoveriscono la crescita e il futuro della economia italiana. Per questo motivo avremmo bisogno di avere un Governo Draghi per almeno 10-15 anni perché il boom economico generato dai fondi del Piano Marshall, delle riforme degli anni 50 e degli investimenti infrastrutturali fu merito dei governi De Gasperi e dei governi centristi che gli succedettero.

Ci vollero dodici anni dal 48 al 60 per portare un Paese sconfitto dalla guerra e povero ad essere il primo Paese per crescita del mondo. Per questo motivo quando sento criticare la Prima Repubblica mi viene l’orticaria. Infrastrutture col metodo Genova e riforme, dal fisco alla giustizia e alla logistica, saranno gli strumenti per far ripartire un Paese bloccato da vent’anni. Tempi lunghi come quelli per la costruzione della Tav sono insopportabili e chi ne paga le conseguenze sono i senza lavoro o coloro che hanno posti di lavoro da fame.

*Mino Giachino, presidente di Saimare spa, già sottosegretario ai Trasporti

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