Licenziare i responsabili del declino

Senza informazione non avremmo né la libertà né la democrazia. L’informazione sovente ha aiutato momenti positivi del nostro Paese nel più lungo dopoguerra che si ricordi. La cronaca quotidiana dei nostri giornali cartacei, online e televisivi stanno aiutando Torino a scegliere il miglio sindaco possibile per una città che da anni declina economicamente e socialmente? Non sempre.

Per i cittadini, azionisti della Torino spa, come per i consiglieri di amministrazione di un’azienda, è essenziale conoscere i dati veri del bilancio economico e sociale della nostra città che dipendono dalle capacità dei nostri imprenditori, delle nostre banche ma soprattutto dall’amministrazione comunale che viene eletta ogni cinque anni proprio per fare gli interessi di tutti e per cercare il bene comune.

L’altro giorno il premier Draghi, intervenendo per parlare del Sud, ha presentato una tabella di Banca d’Italia nella quale risulta l’andamento del Pil delle varie regioni rispetto alla media del Pil delle regioni europee. Una tabella che uso anch’io da anni ormai. Fatta 100 la media europea, nel 2006 il Pil procapite del Piemonte, che è fatto per il 55% dalla provincia di Torino, era 118. Nel 2018 era sceso a 103, ora saremo vicini a 100. Cioè Torino e il Piemonte che per cento anni hanno guidato lo sviluppo del Paese, che negli anni 70-80 erano tra le aree guida dell’Europa, sono scese progressivamente alla media delle regioni della Europa a 27, in cui sono compresi tutti i Paesi che provenivano dall’esperienza comunista. Questo dato da solo ci dice che I cittadini torinesi dovranno votare questa volta un sindaco che abbia la competenza, l’esperienza e la determinazione (attributi) per bloccare il declino e far ripartire una Città che nell’ultimo anno è stata danneggiata moltissimo dai tanti lockdown.

Torino è stata amministrata dal 1993 a oggi da cinque amministrazioni di sinistra e da un’amministrazione grillina. Qualsiasi azionista privato a fronte di una città, da anni in declino, con tanta disoccupazione giovanile, con una rete commerciale disastrata, con tanta povertà cui fanno fronte in gran parte le associazioni private e religiose, proverebbe a cambiare colore. Chi continuerebbe ad andare da un medico che non ha capito per tempo la malattia e non ha saputo curarla?

I giornali da quelli antichi a quelli più moderni e più letti dovrebbero essere in prima fila a fare i conti e a guardare il curriculum dei candidati. Cosa hanno fatto prima? Che risultati hanno dato nelle aziende o negli incarichi pubblici che hanno ricoperto. Invece? Parlano deputati che in quindici anni non hanno fatto approvare un provvedimento importante per l’economia torinese. Parlano personaggi che un giorno vogliono andare ad assaggiare il forno di destra o di centro e stamane invece vogliono entrare nel forno di sinistra ma prima chiedono le scuse... Ma dove siamo? Al mercato delle vacche?

I partiti, contrariamente a quanto avrebbero fatto gli azionisti privati, hanno concesso la proroga ad amministratori che le avevano amministrate male. Appendino, che non si può dire abbia fatto bene, ogni giorno, con paginate a disposizione, propone un’alleanza al Pd, cosicché i torinesi dovrebbero mantenere sulle poltrone comunali le stesse forze che l’hanno portata al declino. Una volta i direttori si sarebbero avventati su tali ipotesi scrivendo corsivi pesanti a cui i politici del passato, anche quelli più autorevoli, non erano indifferenti.

Cosa direbbero i quarantamila della piazza Sì Tav se il Pd si alleasse con coloro che hanno fatto uscire Torino dall’Osservatorio e il 29 ottobre 2018 hanno votato No alla Tav? Cosa dicono i torinesi di un’alleanza come quella giallorossa, il cui Governo non ha ancora nominato il Commissario per accelerare i lavori della Tav?

Da cinquant’anni la mia vita è più interessante anche grazie alla lettura dei quotidiani che mi hanno aiutato a crescere e a fare ciò che ho fatto al Governo, nell’azienda che amministro e nella vita politica, e mi auguro che i giornali torinesi vecchi e nuovi aiutino questa volta i torinesi a darsi finalmente un’amministrazione per la crescita e per la rinascita economica e sociale della nostra città.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro per Torino

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