A Torino serve l'orgoglio riformista

Veniamo al dunque sulle prossime elezioni di Torino: la posizione di Azione è di costruire un raggruppamento civico e politico liberal democratico, popolare e socialista a partire dall’adesione all’appello “Coraggio e orgoglio riformista per Torino”, già sottoscritto da noi e da Iv. Purtroppo nel fronte lib dem + Europa continua a giocare alle primarie, senza nessuna speranza di averle o peggio di averle come una trappola, cioè partecipare senza speranze ad una consultazione “addomesticata” per scegliere un candidato, che senza un “preambolo” politico potrebbe decidere al primo o al secondo turno di allargare la coalizione ai 5S. Per questo noi siamo pronti a presentare una lista comune, che ha obiettive potenzialità di raggiungere le due cifre, se le forze civiche e politiche che aderiranno al progetto sapranno costruire un progetto amministrativo non disgiunto da quello politico, individuando entro aprile un nostro candidato a sindaco.

Uniti potremo trattare, senza pregiudizi, con le forze politiche in campo compatibili con il nostro progetto politico, con due discriminati, a destra no al sovranismo, a sinistra, no al populismo. Chi vorrà allearsi con noi e ricevere i nostri voti dovrà accettare queste nostre pregiudiziali, perché da esse derivano contenuti programmatici conseguenti: pro Tav, pro sviluppo, pro piccola e media impresa, pro grande interventi su scala metropolitana, contrasto alle nuove povertà e al nuovo “proletariato”, riqualificazione delle aree non centrali, lotta alle nuove povertà, oggi alle tradizionali aree di disagio si assomma quella del ceto medio e delle partite Iva, di cui la sinistra tradizionale sembra non accorgersi o peggio verso le quali ripropone slogan e parole vuote di significato o provvedimenti assistenzialisti come RdC senza incrocio con le politiche attive del lavoro e alla quali la destra offre solo un “nemico”, l’immigrato e nessuna soluzione efficace che non siano fantasiose e impraticabili riduzioni dei carichi fiscali.

Siamo quindi pronti ad andare da soli con un nostro candidato a sindaco, al primo turno, e poi si vedrà che peso avremo in un probabile ballottaggio, dove faremo ancora meno sconti a chi ci chiederà il sostegno. Oggi in campo c’è un solo candidato, Damilano, è un candidato credibile, con un profilo civico, ma ad oggi col sostegno esplicito di forze con noi incompatibili e comunque i confini entro i quali possiamo “esplorare” sono quelli della maggioranza che sostiene Draghi, ma con le pregiudiziali già esposte. Nel Pd i nomi non mancano, anzi abbondano, tra questi più o meno validi, ma ci interessa non solo capire chi sarà il candidato, ma anche con chi si vuole provare a vincere e soprattutto governare in caso di successo. Il Pd non può continuare a fare “falli di confusione” come a Roma, magari approfittando della fuga dalle elezioni dell’Appendino, che non a caso si agita molto per rimettere in gioco il suo improbabile ruolo di king maker, ma non mette la sua faccia a differenza della Raggi, che è saldamente in campo e che ipotizziamo si schianterà, ma perlomeno con dignità, contro il muro elettorale.

hi si allea con i 5S a Torino non somma le forze, ma introduce un elemento di non credibilità su quello che si dovrà fare a Torino, i risultati del governo senza qualità di questi quasi cinque anni è sotto gli occhi di tutti, non sono due piste ciclabili, spesso mal disegnate, a dare l’idea di un progetto di città, dove invece occorrono scelte straordinarie e fatte con determinazione, quindi poco importa se l’alleanza sia al primo o peggio furbescamente rinviata al secondo turno. I 5S hanno umiliato la città, hanno accelerato l’impoverimento, hanno perso occasioni preziose come le Olimpiadi Invernali del 2026, hanno dimostrato incapacità di governo del territorio della “grande Torino” per la loro insipienza politica e amministrativa. Politicamente ci interessa anche confrontarci con FI e Cambiamo. La posta in gioco altrimenti è chiara ed è quella di quello di fare i “moderati” dei demopopulisti oppure i liberali dei sovranisti, due ipotesi riduttive e senza prospettiva politica, che non sono il nostro progetto, ma soprattutto che non è ciò che serve a Torino.

*Alberto Nigra, responsabile Enti Locali Azione Piemonte

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