Scorie nucleari, Piemonte dimenticato

Condivido la forte preoccupazione dei sindaci torinesi in merito alla necessità che Sogin consideri tutti i dati tecnici completi in arrivo dai territori prima di decidere in merito ai siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. La preoccupazione aumenta soprattutto dopo quanto avvenuto alla Camera, dove nel corso delle votazioni sulle mozioni presentate sul tema della Cnapi e della realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sono stati bocciati alcuni impegni che ritengo fondamentali per il territorio piemontese.

Mi riferisco ad esempio alla richiesta  di esclusione delle aree prossime a quelle di produzione di prodotti certificati da marchi di qualità (doc o altra origine denominata) nonché prodotti agroalimentari tradizionali, di denominazione comunale o certificati dal comitato scientifico di slow-food. Manca poi, nei testi delle mozioni approvate, ogni riferimento ai carichi ambientali già in essere e che gravano sui territori ad esempio sedi di discariche o di impianti a biometano.

Da ultimo non c'è intenzione di rivedere i criteri attualmente previsti dalla normativa vigente per l’individuazione delle aree idonee, basati su dati risalenti al 2014. Avevo chiesto la votazione per parti separate dell'atto proprio per permettere al governo di approvare almeno questi impegni fondamentali per l'area torinese e per il Piemonte, ma il ministero si è rivelato cieco e sordo alle istanze piemontesi.

*Jessica Costanzo, parlamentare Gruppo Misto

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