Le insidie della Web Tax

Il problema che occorre contrastare è quello delle imprese multinazionali che fanno utili in Italia, ma mantengono la loro sede legale e pagano le imposte all’estero, spesso in paesi a fiscalità privilegiata. La proposta di aumentare l’Irap regionale non colpisce queste imprese per il semplice fatto che queste imprese non pagano imposte in Italia. La maggiore Irap regionale colpirebbe invece le imprese italiane nei settori dell’e-commerce e della logistica, con valore della produzione superiore ad un milione di euro. È vero che tra queste vi sarebbero anche (poche) società di diritto italiano costituite da multinazionali straniere, ma allo stesso tempo vi sarebbero (molte) società italiane tout-court, che sarebbero penalizzate dall'inasprimento dell’aliquota. Penso ad esempio al settore della logistica del freddo piemontese, leader a livello nazionale, che con questo maggior carico fiscale verrebbe penalizzato rispetto ai concorrenti di altre regioni.

Credo quindi sia giusto cercare un modo per tassare equamente le multinazionali che fanno redditi in Italia senza pagare imposte, ma l’aumento dell’aliquota Irap non raggiunge purtroppo lo scopo. È cinico constatarlo, ma la Regione Piemonte che prova da sola a tassare le multinazionali con sede nei paradisi fiscali è un po’ come Malta che dichiara guerra agli Stati Uniti: dimostra coraggio, ma anche un po’ di velleità. È evidente, infatti, che questo è un fenomeno assolutamente complesso, ed i sistemi fiscali a livello internazionale cercano di contrastare da decenni. Per essere risolto occorre qualcosa di più della volontà di una Regione, cioè seri accordi a internazionali, per concludere i quali, per ora, non c’è stata abbastanza volontà economica.

*Davide Nicco, consigliere regionale Fratelli d’Italia

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