Medici no vax, inaccettabile

Oggi i giornali hanno dedicato spazio a due notizie. La prima riguarda l’alto numero di giovani che stanno chiedendo di vaccinarsi; la seconda l’alto numero di persone che pur lavorando all’interno degli ospedali non si sono ancora vaccinare. In Piemonte sono alcune migliaia. Ecco, io credo che questo sia inaccettabile. Capisco tutto: il disorientamento prodotto dalla vera e propria campagna condotta contro AstraZeneca che ha generato diffidenza e paura ma che però alla prova dei fatti si sono dimostrate assolutamente infondate.

Non è accettabile che chi presta la propria attività all’interno del sistema sanitario o delle case di riposo e che pertanto svolge un lavoro che lo mette in contatto con soggetti malati, e quindi più fragili, si rifiuti di sottoporsi a vaccinazione. Che lo vadano a spiegare a quei medici e a quegli infermieri che in questi mesi hanno operato all’interno delle terapie intensive e hanno rischiato la vita per aiutarci a salvare la nostra. Oppure che lo andassero a spiegare alle persone che hanno rischiato di morire, sono state intubate e ancora oggi portano i segni di quella drammatica esperienza mentre molte altre  purtroppo non ce l’hanno fatta.

Se oggi è possibile guardare con maggiore ottimismo al futuro e si registrano i primi segnali di una ripartenza e se questa, diversamente dalla precedenti, non ci farà ripiombare in un nuovo lockdown; se oggi non vi è più un rischio di saturazione dei reparti di terapia intensiva è perché centinaia di migliaia di operatori della sanità e milioni di cittadini si sono fatti o si stanno facendo vaccinare, diversamente da queste persone. Questa è una verità incontrovertibile. E per favore non si scomodino le categorie della libertà e della democrazia per giustificare il proprio rifiuto: la libertà di ciascuno di noi ha un limite invalicabile che consiste nell’impedire che essa possa danneggiare la libertà degli altri; nel caso in specie nell’impedire che la decisione di non vaccinarsi possa nuocere alla salute degli altri.

Io feci la prima vaccinazione quando frequentavo le scuole medie. I miei genitori me ne parlarono come di una conquista. Oggi nei Paesi come il nostro il diritto alla salute è sancito in Costituzione e grazie all’esistenza di un sistema sanitario pubblico tutti poi possiamo essere vaccinati. Non è così per molti Paesi poveri nei quali l’accesso ai vaccini viene precluso a milioni di persone che invece, esattamente come noi, hanno il diritto di essere vaccinate perché il diritto alla vita e alla salute non può difendere dal Paese in cui uno nasce. Inoltre dobbiamo sapere che anche in questo nessuno di noi è sicuro se non sono sicuri tutti.

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