Ambientalismo, non fanatismo

In questi giorni in cui la visita in Italia di Greta Thumberg sembra riaccendere i paradossi dell’ambientalismo ortodosso, vale la pena ricordare che dal primo ottobre la luce sconta un +29,8%, mentre il gas +14,4%. Senza gli interventi del Governo (che ha stanziato 3 miliardi) gli incrementi sarebbero stati +45% e +30%.

L’impennata dei costi dunque resta forte, per famiglie e imprese. Occorre riflettere seriamente su come portare avanti in Italia e in Europa la transizione ecologica, diversamente col gretinismo al 2030 ci arriviamo esanimi. Bisognerà ricorrere a tutto il pragmatismo possibile, coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica sociale e bandire l'ideologismo ambientalista.

Occorre una transizione graduale e che rispetti il principio della neutralità tecnologica. Occorre un mix energetico diversificato, che non tagli tout court le varie fonti e relativi posti di lavoro. Occorrerà per l'Italia ridurre la dipendenza energetica e diversificare gli approvvigionamenti. Occorre respingere l’idea europea di mettere al bando le auto a combustione interna senza una chiara visione di dove e come si potrà arrivare ad essa.

Una visione ambientalista e ambientale ortodossa che porterà l’Italia prima e l’Europa poi, nel doversi confrontare con quelle nazioni che, differentemente da noi, inquinano e poco o nulla fanno per inquinare meno. L’idea di fondo di chi vede nella piccola Greta una sorta di Giovanna D’Arco ambientalista, si scontra con la mancanza di proposte per arrivare ad una reale coniugazione tra presente e futuro, quest’ultima fondamentale per preservare un reale percorso di mitigazione dei rischi ambientali e contemporaneamente di salvaguardia dei posti di lavoro. I giovani vanno ascoltati in primis, supportati poi ma mai usati per disegni diversi per i quali loro stessi si mettono in gioco.

*Gian Carlo Locarni, responsabile ambiente Lega Salvini Piemonte  

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