Difficili i controlli sui bus

È da mesi che sui bus abbiamo utenti, tanti utenti, che si sentono in diritto di viaggiare senza mascherina. Ed è da anni che non riusciamo a porre fine alle aggressioni verbali, e in molti casi fisiche, a conducenti e controllori. Talvolta l’autobus, il tram, le stazioni della metropolitana sono usati come luogo di spaccio... Sono anni che denunciamo nelle sedi opportune l’emergenza sicurezza. La Prefettura di Torino ha coordinato una “cabina di regia” con le aziende del tpl per affrontare il problema: i risultati sono stati pochi.

Le aziende, nonostante le nostre pressioni, hanno fatto pochissimi investimenti. Da anni chiediamo verifiche dei biglietti col personale aziendale affiancato da forze dell’ordine, sollecitato daspo per chi aggredisce conducenti e controllori e pattugliamento dei capolinea da parte di guardie giurate come deterrente alle aggressioni, almeno nei capolinea sensibili. Crediamo sia utile fornire le body-cam (un dispositivo di registrazione audio, video o fotografico indossabile) ai verificatori e autisti, ma un ods ne vieta l’utilizzo. Chissà se sarà possibile riprendere il discorso, per tutelare tutti i dipendenti front-line. Ma se Atene piange, Sparta non ride.

Non chiediamo tanto, ma solamente che le lavoratrici e i lavoratori possano lavorare in santa pace. La storia del green pass sui bus, tram e metropolitana, non fa altro che aumentare le nostre preoccupazioni, quello di dover gestire “eventuali aggressioni da parte di chi non ha il Green pass”. Personalmente come lavoratore e come sindacalista ritengo che i controlli dovranno essere in carico ai prefetti. Nessuno pensi di scaricare sui lavoratori.

*Roberto Faranda, Fast Confsal

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