I 5 Stelle non sono di sinistra

L’adesione, o anche solo la simpatia, di molti militanti della sinistra, anche radicale, nei riguardi del Movimento 5 Stelle, ha per me qualcosa di inspiegabile. I Cinque Stelle non hanno nulla a che vedere con la Sinistra, come peraltro si ostinano a ripetere fin dalla loro fondazione. Su tre punti vorrei qui richiamare l’attenzione del lettore: immigrazione, impresa, diritti sociali (del lavoro e sindacali).

I decreti Salvini, per quanto attiene al primo punto, hanno passato illesi circa tre anni di governo Conte. Solo per la pressione, modesta, risibile, sempre opportunistica, del Pd, vi è stato qualche ritocco, peraltro in merito a questioni non essenziali e che non chiamano in causa l’adesione a principi veri di integrazione. Non si è palesata la minima coscienza di una qualche restituzione, nessuna intenzione di emendare i processi secolari, agiti dall’Europa, di rapina e di sfruttamento delle risorse altrui almeno attraverso il ripristino di una primazia della legislazione civile italiana, quella del permesso di soggiorno umanitario. Nemmeno a parlarne. L’immigrazione ridotta a un fatto di ordine pubblico e gli immigrati aiutiamoli a casa loro. Come la Lega.

Sull’impresa e la proprietà privata dei grandi mezzi per la produzione, assolutamente nulla di diverso da una posizione liberista, condita quanto si vuole di high tech e cultura delle relazioni umane (aziendali), possibilmente intramate di logiche digitali, come nella migliore tradizione della west-cost anni Ottanta, tutta microchip e brainstorming. Il tutto aggravato da provincialismo ed esterofilia linguistica, e da ritardo storico ed economico. L’impresa, l’imprenditorialità e l’imprenditore, la meritocrazia selettiva, la concorrenza: Gramsci e Di Vittorio si rivoltano nella tomba.

Sul terzo punto, i diritti del lavoro disprezzati dalle politiche di Azzolina sulla scuola, sostenuta incondizionatamente da Conte, fanno prova provata: exempli gratia. Il diritto, esposto in una precisa e vincolante Direttiva europea, a vedere trasformato un contratto a tempo determinato che si ripeta per più di tre anni consecutivi in un contratto a tempo indeterminato, il diritto dunque alla stabilizzazione, è stato abusato dai Cinque Stelle, che hanno imbastito veri e propri rituali di umiliazione per i precari della scuola, cancellando ogni validità al servizio e ai titoli maturati e riducendo le selezioni al superamento di contorti test nozionali e mnemonici, inadatti ad essere superati da chi ha molta preparazione vera e poco tempo da perdere. Si è selezionata la preparazione peggiore e si è consentito che migliaia di docenti esperti e preparati venissero scavalcati impunemente, mostrando inoltre un livore, verso le rappresentanze sindacali, che è costato una denuncia all’ex ministro per condotta antisindacale, depositata dalla UIL Scuola un anno fa. Famiglie messe in ambascia feroce, l’algoritmo impazzito che ha saltato posizioni e prerogative dei docenti, la redditualità di un pezzo grande della domanda aggregata del nostro Paese posta in un pericolo gravissimo e continuo: tutto questo ha la regia chiara dei Cinque stelle, lo hanno fatto loro.

Il Movimento può essere di sinistra solo nel senso della Sinistra storica di fine Ottocento, di De Pretis e Sonnino, quando appunto, e come vuole Grillo, sinistra o destra era la stessa cosa. Sono antichi i cinque Stelle, sono giolittiani, non sono post ideologici ma preideologici, a testimonianza che la Storia non procede in avanti, ma spesso devia e soprattutto fa come nelle processioni penitenziali, tre passi avanti e due indietro. Che fatica.

E che fatica cercare, allora e appunto, di capire come possa questo qualunquismo ondivago fra Masaniello e Giolitti accendere i cuori di molti compagni e compagne che in esso vorrebbero vedere una speranza per la Sinistra. Io sono convinto piuttosto che sia la sua tomba. Se invece di guidare le istanze e le effervescenze della massa di sfruttati le si asseconda, immaginando che i contenuti immediati delle loro rivendicazioni (un po’ di soldi anche senza lavorare, più sicurezza, un mondo più pulito) siano di per sé contenuti rivoluzionari, in grado di realizzare davvero ciò a cui confusamente mirano, si nega completamente la funzione di una Sinistra qualsiasi. Essere parte di qualcosa e ascoltarla davvero non significa diventarne complici, perdercisi dentro, mimetizzarsi, altrimenti il concetto gramsciano di Egemonia va completamente a farsi fottere, insieme a tutto il resto.

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