Venti mesi per rilanciare il Piemonte

Caro direttore,
tu conosci meglio di tutti la mia denuncia fatta a febbraio 2008 nella quale dicevo che il Piemonte stava crescendo meno della media nazionale. Una denuncia che ripetei da sottosegretario di Stato alla Bresso e a Chiamparino nel 2009, inascoltato. 

Le scelte fatte dalle Amministrazioni torinesi da Castellani in poi che volevano superare Torino come “one company town” non pareggiavano ciò che Torino stava perdendo. Ci voleva di più, a partire dalla difesa dell’industria torinese. Non averlo capito ci ha dato il declino economico e sociale con un forte aumento delle diseguaglianze. Come si può definire progressista una forza che porta al declino economico e sociale e non se ne accorge?

L’anno scorso l’Unione Industriali ci confermò che dal 1996 al 2019 Torino aveva perso 18 punti rispetto a Milano e 8 rispetto alla media nazionale. Nonostante questo risultato negativo, i pochi torinesi che andarono a votare, un anno fa, rivotarono la sinistra che aveva portato al declino la città. Un declino felice per la metà della città che sta bene ma pesante per l’altra metà in particolare per le periferie.

Nell’assenza di risposte dalla politica io ho fatto quel che potevo. Nel 2013 lanciai l’idea di portare a Torino l’Autorità dei Trasporti che arrivò a fine anno con quasi 200 dipendenti molti dei quali assunti a Torino. Nel 2018 quando la Appendino disse No alla Tav ebbi il coraggio di organizzare insieme alle madamin la prima manifestazione in piazza a favore della Tav. Fin lì i Sì Tav da convegni erano stati sempre sopraffatti dai No Tav. Abbiamo salvato l’opera più importante grazie a quella Piazza Castello strapiena e alla scelta illuminata di Salvini. Dopo di che i partiti hanno ripreso il sopravvento, così  la Tav va avanti lentamente, a scapito del lavoro e dell’economia torinese e ora rischiamo di perdere 1 miliardo di contributo aggiuntivo da parte dell’Europa.

Ora dopo le denunce inascoltate del Centro Rota, i giornali torinesi iniziano a parlare di “quel Nord in crisi che sembra il Sud”. Quel Nord che sembra il Sud è Torino, è il Piemonte. Ieri l’economista Mauro Zangola ci ha detto che la quota di esportazioni della nostra regione sul totale nazionale è scesa negli ultimi dieci anni e siamo stati superati anche dalla Toscana. Trent’anni fa il pil del Piemonte valeva il 10% di quello italiano, oggi siamo al 7.

I primi tre anni di vita della Giunta Cirio sono stati dominati dal Covid e dall’accentuarsi della crisi della Fiat, di qui la diminuzione della quota piemontese nell’export nazionale. Torino per Stellantis non è assolutamente più centrale come prima.

In questi anni Torino non è stata difesa a Roma cosicché la bella idea del Centro per l’Intelligenza Artificiale è stata rimpicciolita senza che in Parlamento si alzassero le grida in difesa della prima Capitale. Quest’anno si è aggiunta la guerra Ucraina oltre alla crisi energetica. E si profilano i danni alle nostre aziende dell’indotto a causa della scelta europea di puntare tutto sull’auto elettrica.

Ecco perché mi auguro che la Giunta presieduta da Alberto Cirio riesca in questo ultimo anno e mezzo di lavoro a rilanciare economia e competitività della nostra Regione. Per questo motivo oltre a difendere con forza le aziende dell’indotto, suggerisco di puntare molto, ma molto di più sulla logistica insieme alla Liguria, alla Lombardia e alla Regione di Lione (Rhône-Alpes). Mentre a Torino c’è disoccupazione a Genova nelle aziende di logistica come quella che amministro io ci si disputa il personale e trovare lavoro è più facile che a Torino.

Nei giorni scorsi Eugenia Forte, che guida la squadra di start-up, ha detto che Torino è meglio di San Diego e di Parigi ed è sulla strada che porta alla Silicon Valley. Ma allora l’obiettivo della Tav Valley che ho lanciato il 10 novembre del 2021 può essere un obiettivo strategico per Torino e il Nord Ovest che va perseguito. Ricordo che le regioni che compongono l’area attraversata dalla Tav producono annualmente un pil di quasi 800 miliardi e dispongono di oltre 30 centri di ricerca e università che potrebbero lavorare in sinergia al futuro di rilancio del lavoro e del benessere.

Caro direttore, Torino e il Piemonte si rilanciarono dopo le macerie e le bombe della Seconda Guerra con l’obiettivo datole dal Prof. Giuseppe Grosso, presidente della Provincia di Torino, di “Piemonte, regione forte d’Europa”.  Per due decenni lo siamo stati. 

La Tav Valley può essere l’obiettivo del rilancio futuro. Non aspettiamo di avere la Tav ultimata per capirlo. Come diceva Cavour a Re Vittorio Emanuele II, occorre governare anche per quelli che non capiscono.

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