Bene Lo Russo, ora sia coerente

Caro Direttore,
è importante quanto affermato da Lo Russo al congresso della Cgil torinese: “Senza crescita la coesione è difficile”. È u’affermazione importante e coraggiosa fatta nella sede di un sindacato No Tav, un sindacato che si era opposto al piano d’investimenti di Marchionne, un sindacato che ha sempre fatto parte del fronte del No che negli ultimi anni ha prima frenato e poi bloccato lo sviluppo nel nostro Paese e di Torino, con la diminuzione del pil pro-capite che si è scaricata sulla parte più debole del Paese, disoccupati e giovani, aumentando le differenze sociali. Utilizzando la grande occasione dei fondi del Pnrr Torino e l’Italia debbono ritornare a crescere di 2 punti di pil all’anno così da ridurre il debito pubblico e creare nuovi posti di lavoro veri, sia a livello nazionale che torinese.

Lo Russo probabilmente è stato spinto dai titoli che i giornali avevano riferito della relazione della segretaria uscente della Cgil Valfrè secondo la quale a Torino nell’ultimo decennio erano aumentate le diseguaglianze e chi la amministrava, sinistra e Cinque stelle, non se ne erano accorti tant’è vero, dice la Valfrè, che la Cgil non era riuscita a convincere Fassino che la città si era impoverita. Mentre ci ricordiamo come la sinistra avesse scrollato le spalle di fronte alla ripetuta denuncia dell’arcivescovo Nosiglia sulle due Torino, quella che sta bene che non si accorge di quella che sta male.

Un dato è innegabile: dal 1993 Torino, che  è stata amministrata per 25 anni dalla sinistra e per 5 dai grillini, cresce meno della media nazionale, ha perso non solo rispetto a Milano e Bologna ma si è anche impoverita, ha perso peso politico a livello romano, ha perso molte aziende che se ne sono andate e resiste grazie solo all’impegno dei suoi imprenditori e delle sue aziende e grazie al grande impegno del volontariato dalle Caritas parrocchiali al Sermig , da S. Egidio agli Asili notturni.

La frase di Lo Russo segnerà l’inversione della lentezza amministrativa torinese, in particolare nei lavori pubblici e nello sblocco di piazza Baldissera e della rotonda Maroncelli? È solo la consapevolezza di quanto abbiamo perso in questi anni che può dare la forza alla azione di rilancio della crescita. Si difenderà con maggiore forza il settore industriale, a partire dal settore automotive? L’industria porta con sé il terziario avanzato e tanta ricerca innovativa. Se è sì allora deve correggere la scelta del Pd che in Europa ha detto sì alla delibera di puntare tutto sull’auto elettrica. Questo vuol dire portare alla chiusura della metà delle aziende dell’indotto con la perdita di 70.000 posti di lavoro.

Un bel gesto sarebbe quello di firmare la mia petizione su Change a difesa delle aziende dell’indotto.

A Salvini che ha detto sì al commissario per il Parco della Salute si chieda di valutare se usando il metodo seguito per la costruzione del nuovo ponte Morandi a Genova si possa accelerare la costruzione della Tav, un’opera che Torino ha salvato con le nostre grandi manifestazioni di piazza Castello, che porterà più turismo tutto l’anno e non solo nelle quattro o cinque settimane dei grandi eventi.

Mi auguro che il viaggio del sindaco con Cirio negli Usa porti alla nostra città altre opportunità. Appena ritornato il sindaco si dedichi anima e corpo ai quartieri svantaggiati, a partire da Barriera di Milano dove l’altra sera un sessantenne è morto in auto a causa del freddo e dove oltre al lavoro manca anche la sicurezza. Vista la sintonia con Cirio si accelerino le scelte sui nuovi ospedali e sul Centro per l’intelligenza artificiale.

Solo un forte programma di rilancio economico può ridare la speranza di un futuro positivo alla parte svantaggiata e ai giovani neolaureati che a Torino ci sarà presto un futuro di lavoro e di benessere.

print_icon