Onorare Virano accelerando sulla Tav

Caro Direttore,
oggi diamo l’ultimo saluto a Mario Virano che per 17 anni si è occupato prima da presidente dell’Osservatorio, poi da commissario, infine da direttore generale di Telt della costruzione dell’opera più importante per il rilancio e per il futuro di Torino.

Mario ha avuto due grandi meriti: il primo di riallacciare il dialogo costante e vero con i sindaci della Valle, molti No Tav, alcuni che provenivano dal suo stesso partito, sempre contrario prima alle autostrade e poi alla Tav; il secondo grande merito aver corretto il progetto rendendolo molto meno impattante, con la bella idea della stazione internazionale a Susa e che ora la nuova sindaca di Bussoleno vorrebbe insediare nella sua città, il comune epicentro della lotta NoTav.

Sono stati anni difficili, con lotte e assalti prima ai carotaggi poi all’impianto del cantiere di Chiomonte. Aziende locali assaltate perché lavoravano al cantiere. Infine, la norma inserita nell’ultima Finanziaria del Governo di cui ho avuto l’onore di far parte, e che illustrai alla Camera, dichiarando l’interesse nazionale dell’area, che consentiva la difesa del cantiere da parte delle forze dell’ordine. Fu possibile così la costruzione della galleria geognostica di Chiomonte. Ricordo una visita di solidarietà al sindaco di Chiomonte, Pinard, che minacciato, ricevette la solidarietà dei sindaci della Valle con fascia tricolore e appunto quella di Mario e della mia come rappresentante del Governo.

L’inizio dei lavori dalla parte francese dove si potevano ammirare tutte le innovazioni del cantiere indubbiamente più avanzato del mondo. A un certo punto i tempi troppi lunghi causati dalle contestazioni hanno coinciso con l’arrivo del Governo più contrario all’opera e dopo il voto del Consiglio Comunale di Torino il rischio di perderla lo toccavamo con mano. Il successo delle nostre grandi manifestazioni Sì Tav di piazza Castello portò la Lega al ripensamento che si concretizzò nel 2019 il 7 agosto nel voto che bocciava a larga maggioranza la mozione No Tav dei cinque stelle. La Tav era salva.

Nella legislatura in cui i Cinque stelle erano il maggior partito e partecipavano al governo del Paese, la Tav non poteva più essere messa in discussione. Le nostre grandi manifestazioni avevano cambiato il vento e sconfitto la linea del No a tutto, da No Tav ai No Tap ecc., e le conseguenze positive su vedono nelle tante opere inserite nel Pnrr. Con grandi lentezze le cose sono riprese e tra pochi mesi saranno aperte le buste dell’ultimo lavoro di Mario, la gara di appalto per l’inizio del tunnel dalla parte italiana. I lavori dovrebbero chiudersi nel 2032-3. Molto in là.

Molto in là perché se oggi Torino, il Piemonte e il Paese avessero la Tav la nostra economia crescerebbe di più, ci sarebbe più lavoro tra logistica e turismo e Torino che dispone di un know-how manifatturiero di prim’ordine potrebbe attrarre nella nostra città nuovi investitori esteri anche nel settore auto. Se chi amministrava Torino avesse ascoltato chi, come il sottoscritto, segnalava già nel 2008 l’inizio della decrescita e avesse fatto squadra con Virano per accelerare i lavori oggi la nostra economia e il nostro lavoro starebbero meglio.

Il Corridoio Mediterraneo è una di quelle opere che spostano traffici, che oggi passano sopra le Alpi, e quindi porterà crescita dell’economia e del lavoro. Certo i francesi vanno più lenti perché loro l’alternativa e l’hanno, gli italiani no. Ecco perché il modo migliore per convincere i francesi è mandare avanti i lavori dalla nostra parte in modo più celere. Conto sulla determinazione del Governo Meloni e del ministro Salvini per la nomina di un tecnico di alto profilo e della spinta alla accelerazione dei lavori dalla parte italiana.

*Mino Giachino, responsabile Trasporti e logistica FdI Piemonte

print_icon