Lasciate parlare Zaki

Il Salone del Libro deve accettare tutti, nessuno escluso, altrimenti lo spirito dei fondatori (Pezzana in testa, che è persona seria e intelligente), fascisti e non, israeliani e non, anche gli incerti personaggi che abbiamo glorificato e molto (troppo?) aiutato, e mi riferisco al furbetto Patrik Zaki. Ha le sue idee, e sta bene, poi se esagera e insulta è altra cosa, ma se ha da dire qualcosa (trovo difficile ma magari mi sbaglio) deve poterlo fare in assoluta libertà, lasciandolo pure parlare (vale per tutti, neh!). Sarà giudicato anche perché il fortunato Patrick (senza grande costrutto, non conoscendo nemmeno la nostra lingua, gloria ed onori per farne il ribelle che si immola per la causa delle libertà, laurea donata con entusiasmo, tv e media adoranti) si è forse montato la testa ma comunque andrò a sentirlo e non lo contesterò.

Raccomandazione a tutti noi cittadini e soprattutto alle Istituzioni di essere prudenti ed ai partiti di non giocare a idealizzare il buono/bravo/ per modesta squallida propaganda. Non lasciarlo parlare è sbagliato: magari dopo avremo chiaro la pochezza (grandezza?) del suo pensiero. Un errore gli scorsi anni vietare uno stand indicato “fascista”: a tal proposito quanto è costata la sacrosanta causa della Editrice a Altaforte al Salone?

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